Corriere della Sera

Attacco terroristi­co alla parata militare Strage in Iran: ventinove morti

Spari sugli spettatori. Almeno 29 morti, tra loro una bimba di 4 anni e un disabile

- di Guido Olimpio

Strage in Iran. Un «attacco terroristi­co» durante una parata militare nella città sudocciden­tale di Ahvaz ha provocato 29 vittime. La tv iraniana ha parlato degli assalitori come di «uomini armati takfiri», un termine usato per descrivere solitament­e il gruppo dello Stato Islamico. Il massacro è stato rivendicat­o inizialmen­te dal Movimento di resistenza nazionale dell’ahvaz, subito dopo si è intromesso con un comunicato lo Stato Islamico, senza però fornire prove concrete. Ma le autorità di Teheran hanno puntato il dito contro americani e sauditi. La regione del Khuzestan è teatro da molto tempo di sabotaggi condotti dagli irredentis­ti. Hanno colpito oleodotti, impianti, militari.

Sono arrivati alla parata di Ahvaz, nel Khuzestan iraniano, travestiti da militari, a bordo di moto. Erano in quattro, bene armati. E hanno iniziato a sparare cercando di raggiunger­e il palco delle autorità. L’azione ha colto di sorpresa il servizio d’ordine, le persone si sono sdraiate al suolo, in tanti sono fuggiti per sottrarsi al fuoco. Almeno 29 i morti e oltre 50 i feriti. Incerta la sorte dei killer: la polizia li avrebbe uccisi, ma non si esclude che uno sia in arresto.

La strage in questa località nella parte sud del Paese ha un doppio messaggio. Il primo è una sfida alla sicurezza. Il secondo è legato al momento politico: il presidente Hassan Rouhani è in partenza per partecipar­e all’assemblea Onu, gli Usa premono con le sanzioni, i pasdaran mostrano i muscoli con l’esercitazi­oni nello Stretto di Hormuz, il Paese celebrava l’anniversar­io della guerra con l’iraq, iniziata nel 1980.

Dunque gli oppositori interni della Repubblica islamica si muovono tra queste linee saldando la resistenza al fronte internazio­nale, mossa agevolata peraltro dagli ayatollah veloci nell’addossare le responsabi­lità sui«mercenari» pilotati da «Stati Uniti, Israele e due Paesi del Golfo». Ai dirigenti poco importa la firma.

Il massacro è stato rivendicat­o inizialmen­te dal Movimento di resistenza nazionale dell’ahvaz, subito dopo si è intromesso con un comunicato lo Stato Islamico, senza però fornire prove concrete. Anzi i seguaci del Califfo sono stati costretti a rettificar­e in quanto avevano scritto che all’evento era presente anche il capo del- lo Stato. Un errore che ha dato credito alla pista dei separatist­i arabi. La provincia è il cuore dell’insurrezio­ne. Anche se qualche attivista ha espresso dubbi sostenendo che la fazione non prende di mira i civili e pertanto bisogna guardare ai seguaci del Califfato. Precisazio­ne accompagna­ta dal ricordo della clamorosa incursione a Teheran, nel 2017. Interessan­te il modus operandi di allora: il commando era formato da curdi iraniani jihadisti. Hanno forse usato lo stesso schema con elementi locali?

La regione del Khuzestan, per contro, è teatro da molto tempo di sabotaggi condotti dagli irredentis­ti. Operazioni presentate come una reazione alla repression­e, alla mancanza di risorse e servizi basilari, alle carenze del potere centrale, alle discrimina­zioni verso la minoranza. Gesti seguiti da proteste popolari. Nel gennaio di un anno fa, il braccio armato, sotto le insegne della Brigata martire al Nasser, ha promesso una nuova campagna mentre sono tornate a circolare indiscrezi­oni sugli aiuti esterni alla ribellione. I sospetti si sono concentrat­i sui sauditi, per poi estendersi a servizi occidental­i che, in passato, hanno coltivato rapporti con gli oppositori.

Il governo ha replicato con fermezza. Una lotta che ha fatto delle vittime, compresa una eccellente. Ai primi di novembre del 2017 è stato assassinat­o all’aja, Ahmad Nissi, un leader di «Ahvaz» fuggito in Europa. Un agguato accompagna­to da indiscrezi­oni su un progetto, finanziato da Riad, per lanciare una tv dei separatist­i. Ieri da ambienti delle petro-monarchie sunnite non hanno escluso che l’assalto alla parata sia solo l’inizio. L’iran ha mandato segnali bellicosi anche contro i curdi. Poche settimane fa i pasdaran hanno tirato missili terra-terra contro una cittadina irachena dov’era in corso un summit del partito Pdki, per ribadire la capacità di raggiunger­e il nemico ovunque.

Gli analisti sostengono che i morti di Ahvaz insanguina­no il prestigio dei Guardiani della rivoluzion­e, al tempo stesso però saranno usati per invocare risposte decise e ricompatta­re le linee. La Guida Alì Khamenei ha esortato a perseguire i colpevoli, Rouhani promesso vendetta: potrebbero essere in molti a pagare.

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L’attentato alla parata di Ahvaz, nel Sud dell’iran
 ??  ?? A terra Soldati iraniani a terra durante l’attacco lanciato da un gruppo di terroristi a una parata militare nella città di Ahvaz, nell’iran sud-occidental­e
A terra Soldati iraniani a terra durante l’attacco lanciato da un gruppo di terroristi a una parata militare nella città di Ahvaz, nell’iran sud-occidental­e
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Ferito Un membro delle guardie rivoluzion­arie soccorre un bambino
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