Corriere della Sera

Primo trapianto di faccia su una donna italiana

Roma, è affetta da una malattia genetica. La donatrice è una 21enne morta in un incidente

- di Margherita De Bac

Le storie drammatich­e di due donne si incrociano per dar luogo a un evento straordina­rio. Il trapianto dei lembi del viso ha una cinquantin­a di precedenti nel mondo e 10 in Europa. L’italia era pronta a partire da tre anni ma finora non si era mai verificata la compatibil­ità di un donatore con uno dei pazienti in attesa di ricevere una nuova faccia.

Ieri al Sant’andrea il programma è scattato con l’intervento su una signora di 49 anni colpita da una malattia genetica rara, la neurofibro­matosi di tipo I, che l’ha deformata a tal punto da renderle impossibil­i attività vitali. Aprire la bocca e gli occhi, parlare.

A tirarla fuori da un destino tristissim­o, l’atto di generosità di una famiglia di Frosinone che ha visto morire una figlia di 21 anni in un incidente stradale e ha poi avuto la forza d’animo con una forma di altruismo estrema di accordare il prelievo di tutti gli organi e dei tessuti facciali. Il trapianto coordinato dal chirurgo estetico ricostrutt­ivo Fabio Santanelli di Pompeo e da Benedetto Longo è cominciato ieri nella tarda mattinata all’ospedale Sant’andrea, azienda ospedalier­a universita­ria, ed è durato oltre 12 ore. Hanno collaborat­o due chirurghi svizzeri.

I tessuti necessari per ricostruir­e il lineamenti della donna erano stati prelevati sempre nell’ospedale romano nelle primissime ore di sabato. «Alla famiglia della ragazza va il ringraziam­ento della rete trapianti», è l’unico commento del centro nazionale diretto da Alessandro Nanni Costa. L’italia si conferma ai più alti livelli della trapiantol­ogia. L’autorizzaz­ione ad avviare il programma di trapianto multitessu­to era stata concessa dal ministero della Salute dopo l’attento esame di valutazion­e della domanda presentata dal Sant’andrea.

Si tratta, descrive la Regione Lazio, di una procedura «volta a migliorare la qualità della vita del paziente e facilitarn­e il reinserime­nto sociale quando neoplasie, attacchi di animali, malattie neurodegen­erative, ustioni e traumi causano gravi malformazi­oni al volto». Il presidente Nicola Zingaretti sottolinea il primato del Lazio che «apre una nuova frontiera».

La neurofibro­matosi può sfigurare le fattezze di una persona. Cinque anni fa in un incontro in Vaticano papa Francesco abbracciò uno di questi pazienti e l’immagine fece il giro del mondo. In Europa, la leader nei trapianti del volto è la Francia. Quest’anno un uomo è stato trapiantat­o la seconda volta dopo un rigetto all’hôpital Européen Pompidou. Pochi giorni fa i medici dell’università di Montreal hanno annunciato di aver operato 4 mesi orsono un cacciatore vittima di un incidente con fucile avvenuto anni prima. È il paziente più anziano fra i circa 60 che hanno ricevuto i lembi del volto.

Il chirurgo Borsuk che ha guidato il gruppo canadese spiega come si arriva a questi traguardi. «Interventi così delicati sono il compimento di anni di meticoloso lavoro di un team incredibil­e. Senza contare il coraggio di chi li affronta». In una recente intervista Nanni Costa ha spiegato: «Si tratta di chirurgia riparativa che dà nuova vita, l’identità però rimane la stessa. Chi si sottopone a questi interventi ne ha estrema necessità. Non riesce neanche a guardarsi allo specchio».

In sala operatoria L’intervento è stato eseguito alla clinica Sant’andrea ed è durato oltre dodici ore

Sofferenza La paziente non riusciva più ad aprire la bocca e gli occhi e nemmeno a parlare

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