Corriere della Sera

Le parole che restano ai tempi di Whatsapp

- Di Marco Imarisio

Com’era bello quando le parole si limitavano a volare. Ce lo insegnavan­o fin da bambini, che verba volant mentre scripta manent. Era una di quelle regole di vita che a nessuno veniva in mente di mettere in dubbio. I tempi sono cambiati, non solo in meglio, non solo in politica. Quel che colpisce dell’affaire Casalino è anche il modo. Non importa se ci troviamo davanti a una imprudenza che rivela la scarsa conoscenza dei principi della democrazia da parte della «voce» soprattutt­o a 5 Stelle del governo, oppure si tratta di una sua raffinata manovra all’insegna del mettere le mani avanti, identifica­re dei nemici per giustifica­re l’impossibil­ità di realizzare promesse elettorali tanto roboanti quanto proficue. Neppure questa sarebbe una novità. Utilizzand­o un messaggio vocale, Rocco Casalino ha comunque fatto cadere un altro argine di forma, che quando si parla di cariche istituzion­ali dovrebbe essere anche sostanza, e di educazione, per quel che ormai vale quest’ultima. Sarà anche un dettaglio, ma non si tratta esattament­e del dito che indica la luna. Dalle telefonate ai giornalist­i dei ministri di Prima e Seconda Repubblica si è passati a continui scambi di mail e sms, già meno sicuri e più insidiosi, come insegnano molti episodi della storia recente, anche pentastell­ata. Il messaggio audio cristalliz­za ogni cosa, che si tratti di una provocazio­ne oppure di propositi reali. Non lascia spazio ad altre interpreta­zioni possibili, rende ancora più duro il senso di ciò che si vuole comunicare, non ammette repliche o margini di trattativa. È una ulteriore forma di disinterme­diazione, e non appare casuale che l’ennesima novità della quale avremmo fatto volentieri a meno giunga da un alto esponente di M5S, anzi della Casaleggio&associati. Il messaggio audio di Casalino è una prosecuzio­ne della democrazia diretta con altri mezzucci. Che non vanno confusi con l’astuzia, perché comunque sia andata il portavoce del premier ha fatto girare in allegria dati sensibili e confidenzi­ali che possono avere un impatto sui mercati finanziari. Ma se Casalino non può cacciare nessuno, è anche vero che nessuno può cacciare Casalino, che nel governo ci sta per conto terzi. Tra i campioni della democrazia diretta, funziona così.

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