Le parole che restano ai tempi di Whatsapp
Com’era bello quando le parole si limitavano a volare. Ce lo insegnavano fin da bambini, che verba volant mentre scripta manent. Era una di quelle regole di vita che a nessuno veniva in mente di mettere in dubbio. I tempi sono cambiati, non solo in meglio, non solo in politica. Quel che colpisce dell’affaire Casalino è anche il modo. Non importa se ci troviamo davanti a una imprudenza che rivela la scarsa conoscenza dei principi della democrazia da parte della «voce» soprattutto a 5 Stelle del governo, oppure si tratta di una sua raffinata manovra all’insegna del mettere le mani avanti, identificare dei nemici per giustificare l’impossibilità di realizzare promesse elettorali tanto roboanti quanto proficue. Neppure questa sarebbe una novità. Utilizzando un messaggio vocale, Rocco Casalino ha comunque fatto cadere un altro argine di forma, che quando si parla di cariche istituzionali dovrebbe essere anche sostanza, e di educazione, per quel che ormai vale quest’ultima. Sarà anche un dettaglio, ma non si tratta esattamente del dito che indica la luna. Dalle telefonate ai giornalisti dei ministri di Prima e Seconda Repubblica si è passati a continui scambi di mail e sms, già meno sicuri e più insidiosi, come insegnano molti episodi della storia recente, anche pentastellata. Il messaggio audio cristallizza ogni cosa, che si tratti di una provocazione oppure di propositi reali. Non lascia spazio ad altre interpretazioni possibili, rende ancora più duro il senso di ciò che si vuole comunicare, non ammette repliche o margini di trattativa. È una ulteriore forma di disintermediazione, e non appare casuale che l’ennesima novità della quale avremmo fatto volentieri a meno giunga da un alto esponente di M5S, anzi della Casaleggio&associati. Il messaggio audio di Casalino è una prosecuzione della democrazia diretta con altri mezzucci. Che non vanno confusi con l’astuzia, perché comunque sia andata il portavoce del premier ha fatto girare in allegria dati sensibili e confidenziali che possono avere un impatto sui mercati finanziari. Ma se Casalino non può cacciare nessuno, è anche vero che nessuno può cacciare Casalino, che nel governo ci sta per conto terzi. Tra i campioni della democrazia diretta, funziona così.