Corriere della Sera

Centemero: «Parnasi? Bravo ragazzo ma i suoi soldi non li ho usati per il partito»

- di Dino Martirano

«Io non ho ancora ricevuto alcun avviso dalla magistratu­ra. Qui stiamo parlando di una regolare erogazione liberale ad un’associazio­ne culturale che non è collegata alla Lega... Sono, assolutame­nte tranquillo perché tutto è stato fatto nel massimo della trasparenz­a». Il deputato milanese Giulio Centemero, tesoriere del partito di Matteo Salvini, è anche il presidente dell’associazio­ne «Più Voci» che, tra l’altro, ha pagato i conti di Radio Padania e che ora è finita nel mirino della Procura di Roma (finanziame­nto illecito dei partiti) per i 250 mila euro versati nel 2015 nelle sue casse a più riprese da Luca Parnasi, l’imprendito­re poi arrestato nell’inchiesta sullo stadio della Roma. «Quei soldi, risponde Centemero, non sono serviti per le attività del partito, non c’è collegamen­to tra l’associazio­ne e la Lega».

Anche se lei è il presidente di «Più voci» e il tesoriere della Lega?

«Esatto, sono un libero cittadino che può iscriversi a qualsiasi associazio­ne. Sono sereno anche se, devo dire, ora i soci dell’associazio­ne sono un po’ spaventati».

Il suo nome, nel registro degli indagati della Procura di Roma, si trova insieme a quello di Francesco Bonifazi, tesoriere renziano del Pd, con la stessa accusa.

«Io rispondo per le mie attività non posso sapere cosa fanno Bonifazi e il Pd ».

Però è quanto meno complicato, non solo in tribunale, far passare la tesi secondo cui la Lega non c’entra nulla con Radio Padania e il Pd è altra cosa rispetto alle Feste dell’unità.

«L’unità è l’organo ufficiale del Pd. Radio Padania è altro rispetto alla Lega».

Come avete speso i 250 mila euro incassati da Parnasi nel 2015?

«Circa 250 mila. Sono serviti anche per Radio Padania che era in difficoltà e per il sito il Populista. E poi per la presentazi­one di alcuni libri».

I circa 250 mila euro sono serviti per Radio Padania e per il sito il Populista

E poi per la presentazi­one di libri, anche quello di Marcello Foa, candidato a diventare presidente della Rai

Anche per «Gli stregoni della notizia» del giornali- sta Marcello Foa che sta per diventare presidente della Rai in quota Lega?

«Esatto, anche per il libro di Foa».

Lei conosce bene l’imprendito­re Parnasi?

«Sì, lo conosco. Me lo ha presentato Giancarlo Giorgetti. Lo avrò visto 5 o 6 volte».

Matteo Salvini ha detto di Parnasi: «È una brava persona». Conferma?

«Quando ci ho parlato mi ha dato l’impression­e di essere un bravo ragazzo. Parlava della famiglia, della religione. Anche io ho fatto lo scout...».

Anche Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita condannato per appropriaz­ione indebita, era un importante capo scout a Roma.

«Io però lo scout l’ho fatto in Brianza e ho lasciato dopo il Reparto perché l’agesci mi sembrava troppo di sinistra».

Questa degli ex scout che diventano tesorieri dei partiti sembra una costante.

«Che c’entra, Lusi è come Belsito (ex tesoriere della Lega condannato in appello con Bossi, ndr). Uno che ha sottratto fondi al partito. Qui stiamo parlando di altro».

Metterebbe la mano sul fuoco sull’innocenza dell’imprendito­re Parnasi?

«L’apparenza può ingannare. Ma una persona deve essere considerat­a innocente fino al giudizio definitivo».

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