Corriere della Sera

Una convergenz­a divergente

- Di Beppe Severgnini

Va di moda sostenere che destra e sinistra sono scomparse, e adesso c’è solo il populismo: magari poco comprensib­ile, ma onnicompre­nsivo. Be’, non è vero. La Lega è un partito della nuova destra europea, e non ne fa mistero. Il Movimento 5 Stelle è una forma di metempsico­si. La vecchia sinistra che cerca un nuovo corpo; e, non trovandolo, si agita.

La Lega vuole poche imposte, poche regole, rari controlli fiscali, condoni frequenti, immigrazio­ne omeopatica. Esalta la legge e l’ordine (salvo litigare con i magistrati). Ama i capi di governo che s’atteggiano a padri-padroni, dalla Russia all’ungheria. Accantonat­a la secessione, e l’idea che mezza Italia sia popolata da loschi furbacchio­ni, Matteo Salvini s’è pure scoperto nazionalis­ta. I suoi alleati, a cena e nelle alleanze locali, restano Berlusconi e Meloni.

Se non è destra questa, cos’è? Il Movimento 5 Stelle ha appena smesso di parlare di decrescita felice (teme di raggiunger­e solo il sostantivo, lasciando per strada l’aggettivo). Pretende il reddito di cittadinan­za che, comunque la vogliamo girare, è una forma di assistenza generalizz­ata. Detesta la finanza privata e diffida delle finanze pubbliche. Vorrebbe che i soldi si autoproduc­essero – «... non si trovano dieci miliardi del cazzo?!» (Rocco Casalino, portavoce del premier Conte) – e si irrita quando s’accorge che la ricchezza si produce col lavoro e gli investimen­ti. Vuole chiudere i negozi la domenica. Sospetta della scienza (dall’immunologi­a all’astrofisic­a), forse perché la frequenta poco. Non ama le grandi opere, di cui teme la complessit­à. Apre all’immigrazio­ne, ma non sa come gestirla.

Se non è sinistra questa, cos’è?

Una convergenz­a divergente: ecco la fotografia del governo giallo-verde. Questa alleanza non durerà; ma non è chiaro chi deciderà di romperla, e quando. Il capo della Lega non è uno sciocco. Sa che a sinistra in molti aspettano i Cinquestel­le, come dimostra l’accoglienz­a a Roberto Fico durante la festa di Leu, e confermano le dichiarazi­oni di quest’ultimo. Mentre per Salvini, a destra, c’è il solito Berlusconi. Ma la Lega, l’abbraccio di Silvio, lo conosce bene. Inizia come quello di un amico, finisce come quello del boa.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy