Acciaierie di Terni, Marcegaglia si fa avanti «Se Thyssen vende»
Il gruppo mantovano interessato in caso di cessione: «Siamo di gran lunga il loro più importante cliente»
Al momento è una manifestazione di interesse a un (potenziale) venditore. Il gruppo Marcegaglia ha intenzione di acquistare Acciai Speciali Terni nel caso in cui la capogruppo Thyssenkrupp avesse voglia di vendere lo stabilimento di Terni. La precisazione è d’obbligo perché non è ancora chiaro se la multinazionale tedesca — che sta per lasciare il settore dell’acciaio grazie all’accordo di joint-venture con l’indiana Tata Steel — voglia vendere davvero. La controllata, che fattura circa 1,7 miliardi di euro sui ricavi complessivi del gruppo per 43 miliardi, è un gioiellino nella produzione di acciaio inossidabile. Lo stabilimento di Terni è l’unico in Italia ad avere l’intero ciclo integrato per la realizzazione di laminati piani di acciaio inossidabile.
Acciai Speciali Terni, nonostante un livello tecnologicamente avanzato e delle ottime maestranze, ha avuto negli ultimi sette anni un destino complicato. Prima era stato venduto ai finlandesi di Outokumpu ma l’antitrust europeo aveva costretto la capogruppo Thyssenkrupp a farlo rimanere, controvoglia, nel suo perimetro. Quattro anni fa persino la decisione di chiuderlo, ritirata dopo una serie interminabile di scioperi da parte dei lavoratori e la mediazione del governo Renzi. Adesso la crisi è di governance e investe suo malgrado anche Terni. Il matrimonio con gli indiani di Tata ha portato alle dimissioni dell’amministratore delegato di Thyssenkrupp Heinrich Hiesinger e all’azzeramento del consiglio di amministrazione. Le funzioni sono state attribuite al Consiglio di sorveglianza, ma le strategie al momento sono nebulose. Racconta l’amministratore delegato di Acciai Speciali Terni, Massimiliano Burelli, che se dovesse davvero aprirsi una trattativa sarà la stessa capogruppo a comunicarlo al mercato, essendo una società quotata a Francoforte. Il top manager si limita a osservare gli investimenti di questi anni da parte di Ast, superiori a quelli previsti nel piano concordato con il governo italiano. E una produzione di laminati piani che veleggia verso il milione di tonnellate all’anno. Dopo otto anni di perdite, Ast ha invertito la tendenza da due anni, macinando utili. L’interesse di Marcegaglia, spiega Antonio Gozzi, presidente uscente di Federacciai, «sarebbe un buon segnale per il Paese», visto il passaporto tricolore dell’azienda di Mantova. E permetterebbe, chissà, di ricomporre anche le frizioni interne all’associazione di viale dell’astronomia con Marcegaglia che è appena uscita da Federacciai. Da un punto di vista industriale Marcegaglia, essendo il primo cliente di Ast, integrerebbe verticalmente il sito di Terni, abbassando i costi di fornitura. Ast potrebbe valere 300 milioni di euro.