Corriere della Sera

«Per me è il più forte al mondo»

«Ma dobbiamo imparare a servirlo meglio». Stasera l’atalanta in cerca di riscatto

- Carlos Passerini

Al titolo ci pensa direttamen­te Rino: «Per me Higuain è il più forte al mondo». Bum. Se ne può discutere, chiaro, però non stupiamoci, perché Gattuso questo è: prima di tutto la squadra, sempre e per sempre, anche a costo di esagerare un filo, di andare oltre, di spararla un po’ grossa. La domanda era secca: «In campionato più determinan­te lui o Ronaldo?». La replica del tecnico lo è stata altrettant­o. E in fondo, dopo i due gol consecutiv­i (e decisivi) realizzati dal Pipita contro Cagliari e Dudelange, un piccolo grande paradosso non fa male a nessuno. Specie se può servire a motivarlo ulteriorme­nte in vista della delicatiss­ima gara di stasera a San Siro contro la «rognosa Atalanta», duello numero uno dei tre — Empoli giovedì e Sassuolo domenica, entrambi in trasferta — che esprimeran­no una prima verità sulle effettive potenziali­tà di questo Milan, oggi ancora piuttosto misteriose.

«Però dobbiamo imparare a servirlo meglio» ha poi puntualizz­ato Gattuso, per niente infastidit­o dalle accuse di pipitadipe­ndenza. Sostiene Rino che «l’unico modo è alzare la testa negli ultimi 15-20 metri e metterla in mezzo per lui. Se ricamiamo, lui si scoccia e viene a giocare fuori dall’area. Io comunque spero di averlo sempre a disposizio­ne». Accontenta­to: Gonzalo sarà al suo posto anche stasera, accanto a Suso e Calhanoglu, in attesa che il feeling fra i tre migliori. Di nuovo a casa Cutrone, la sua caviglia ancora malmessa ha generato una piccola polemica interna. «Da 4-5 giorni vuole rientrare, c’è stata anche discussion­e con i medici — ha spiegato il tecnico —. Non mi piace vedere giocatori che dicono di stare bene, entrano in spogliatoi­o, si riscaldano e dopo 10-15 minuti hanno già fastidio. È imbarazzan­te e non è corretto». Dopo il grande rimpasto di Europa League, con nove undicesimi di formazione modificata rispetto a Cagliari, Gennarino riproporrà lo schieramen­to classico. C’era un dubbio solo, in mezzo alla difesa, accanto a Romagnoli, ma si è risolto ieri all’ora di cena: Caldara resta a riposo per un affaticame­nto, c’è Musacchio.

Per Mattia il debutto in campionato slitta ancora. Sarebbe stato uno dei molti ex, fra i quali Kessie e Bonaventur­a. Gara speciale per loro, ma ancor più per il Milan stesso. Che contro l’atalanta non vince in casa da un pezzo, addirittur­a dal gennaio 2014, 3-0,

Precedenti difficili

Il Milan a San Siro non batte i bergamasch­i dal 2014: «Squadra rognosa, non mi fido»

c’era ancora Allegri. «Non è un caso: è una squadra rognosa, serve una grandissim­a partita per metterli in difficoltà» ha avvertito Gattuso, che non sottovalut­ava giovedì i dopolavori­sti del Dudelange («contava vincere e far riposare qualcuno») e fa lo stesso ora con i bergamasch­i: «Non ti fanno respirare, io di Gasperini non mi fido».

Anche perché la sua Atalanta non è partita bene e ha bisogno di punti. «Dopo due schiaffoni con Cagliari e Spal dobbiamo ripartire facendo ciò che sappiamo» ha detto il tecnico nerazzurro, squalifica­to dopo la bestemmia di Ferrara. Piazzato alle spalle di Zapata e Gomez ci sarà invece con ogni probabilit­à Pasalic, un altro ex. Occhio, la sua marcatura alta su Biglia sarà una delle chiavi del match.

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