Ronaldo abbatte il muraglione ma quanta fatica per la Juventus
Il Frosinone regge per 81 minuti poi si inchina al fuoriclasse portoghese
FROSINONE Alla fine arriva Cristiano. E a piangere non sono i ricchi, come CR7 a Valencia. Ma sono i «poveri» del Frosinone, che in 31 (tutta la rosa a disposizione di Longo) guadagnano meno di un terzo del portoghese, 10 milioni contro 31 a stagione. Eppure ci vogliono 80 minuti e un rimpallo per venire a capo di un avversario che si difende in 11: Ronaldo scarica in porta di sinistro, dopo una respinta su tiro di Pjanic e si gode il terzo gol del suo campionato, decisamente più sudato di quello che aveva sbloccato la partita col Sassuolo. Il raddoppio di Bernardeschi nel finale arriva col Frosinone tutto sbilanciato in avanti, ma è l’ennesima conferma che tenere fuori FB33 sarà sempre più difficile per Allegri. Dybala infatti non convince ancora in questo ruolo ibrido di trequartista che parte largo a destra. E può diventare un problema.
La serata però è di transizione per tutti, perché i giri del motore juventino sono bassi. Allegri si concede un esperimento iniziale, che dura appena 12’: Emre Can parte in regia, con Bentancur mezzala destra e Pjanic mezzala sinistra. Ma questa è la fascia protetta per definizione, perché è quella prediletta da Ronaldo. Così Pjanic torna presto al suo posto nel mezzo e a sinistra si piazza Bentancur. Nel frattempo Sportiello aveva già parato su Ronaldo, smorzando la palla respinta sulla linea da Capuano. Al 20’ Cristiano sembra salire di un’ottava, con un destro da posizione angolata ma piuttosto potente, ben parato. Potrebbe essere l’inizio di qualcosa, ma nel primo tempo il Frosinone non corre altri rischi evidenti.
La squadra di Allegri è lenta e prevedibile. Non solo per una generica stanchezza di fondo o per una sottovalutazione, conscia o meno, dell’unico avversario che non ha ancora segnato un gol. Ma anche perché Dybala continua a sembrare un oggetto non identificato, sempre lontano dalla galassia dell’aria di rigore. Tutto in attacco ruota attorno al pianeta Ronaldo, anche se in maniera meno ossessiva rispetto alle prime quattro partite. Le punizioni, ad esempio, sono affare di Cristiano. E così quando ne arriva una interessante, il portoghese calcia sulla barriera.
Per la verità la Joya ha la sua occasione nella ripresa dalla mattonella giusta, ma colpisce in faccia Campbell. La Juve non alza un granché il ritmo, ma almeno aumenta il proprio indice di pericolosità, con l’ingresso di Bernardeschi al posto di Bentancur: un suo inserimento in area a sinistra libera Ronaldo nel mezzo, ma il tentativo di tacco è ancora annullato da Sportiello. Si gioca ormai a una metà campo, ma Cuadrado a destra non ne azzecca una (fuori anche lui): l’ingresso di Cancelo contribuisce a disorientare coi cambi di fronte il piccolo Frosinone, che alla lunga non può reggere la pressione. Segna di nuovo Ronaldo, splende ancora Bernardeschi: col minimo sforzo, è quasi il massimo che si può ricavare da certe notti senza troppa Joya.
Quasi indispensabile Arrotonda il risultato Bernardeschi: per Allegri sarà sempre più difficile farne a meno