«Giochiamo 45 minuti, poi si spegne la luce»
Zapata elettrico Gattuso cerca le cause del blackout: «Meglio fare brutte partite che farsi rimontare»
5,5 Gollini Il secondo è colpa sua, la palla gli passa tra piede e palo.
4,5 Toloi Inspiegabilmente contemplativo sulla girata del Pipita. Non si riprende più, su Bonaventura sbaglia ancora lui.
6 Palomino Dei tre là dietro è quello meno inguaiato, anche perché Calha non è in serata scintillante.
5,5 Masiello Prova ad anticipare Suso, ci riesce raramente.
5,5 Castagne Ripartenze poche, il dirimpettaio Rodriguez lo inchioda. 6,5 Freuler Come il collega qui sopra, nella ripresa è tutta un’altra cosa
6,5 De Roon Prima invisibile, poi ubiquo. Due partite in una.
5,5 Gosens Dovrebbe spingere e dare una mano su Suso, non fa né l’uno né l’altro.
4,5 Pasalic La sua serata è nel gol ciccato sulla linea. Da mezzo metro la devi buttar dentro, figliolo.
5 Barrow La sorpresa triste: all’ultimo soffia il posto a Zapata ma non ripaga la fiducia. Ha stoffa, ma su palcoscenici così che la deve mostrare.
6,5 Gomez Una palla buona, un gol. 7 Zapata Il suo ingresso è una carica elettrica, ribalta la serata. Che errore lasciarlo fuori.
7 Rigoni Il gol ma non solo. Con lui dentro subito sarebbe stata forse un’altra partita.
6,5 Gritti La formazione di partenza è sbagliata, quando viene corretta si rivede di colpo la vecchia Atalanta: rabbiosa, ritmata, logica. Un nuovo inizio? i gol segnati in quattro presenze in serie A da Emiliano Rigoni, tutti e tre i gol sono arrivati lontano da Bergamo
Non basta la consapevolezza di aver disputato un brillante primo tempo per cancellare l’amarezza. Il Milan ottiene il secondo pari consecutivo in campionato. Non proprio una marcia trionfale.
«Eppure in questo momento non dobbiamo pensare che un piazzamento in Champions sia una chimera. Dobbiamo avere obiettivi ambiziosi, perché se cominciamo a credere che siamo da sesto posto non andiamo da nessuna parte. Piuttosto è obbligatorio trovare le cause dei blackout». Rino Gattuso è sfiduciato, inerme davanti all’incapacità della squadra di mantenere concentrazione e aggressività per l’intera durata della gara. «C’è grande rammarico perché buone prestazioni non sono accompagnate dalla continuità di rendimento. Ci dobbiamo rendere conto che le gare non durano 45’. Anche contro l’atalanta a un certo punto si è spenta la luce. Siamo una squadra a due facce, nel secondo tempo eravamo irriconoscibili. A questo punto preferirei giocare meno bene, ma avere più punti. Meglio una gara indegna che farsi rimontare così».
Se gli ingressi di Rigoni e Duvan Zapata hanno garantito ai bergamaschi il cambio di passo, viene il dubbio che Bonaventura sia stato tolto troppo precipitosamente. «Avevo inserito Bakayoko per mettere più muscoli a centrocampo». Intanto i gol incassati sono 7 in 4 gare. «È vero che l’anno scorso la difesa era il nostro punto di forza, ma eravamo anche meno propositivi. La verità è che al primo errore subentra la paura ma più passano le partite e più diventa complesso rimontare».
Meglio trovare in fretta la ricetta, prima che sia Rino a finire sul banco degli imputati.