Sicurezza, l’esame del Colle
Salvini: non abbiamo leso garanzie fondamentali. Bonafede: espulsioni automatiche evitate Sì al decreto: via il diritto di asilo a chi è condannato. Stretta sui permessi
Il governo approva all’unanimità il decreto sicurezza. Salvini: si ridurranno i permessi per protezione umanitaria.
Ora il provvedimento all’esame del Quirinale. La protesta del Partito democratico.
Alla fine è passato. Dopo giorni di dubbi sulla costituzionalità, contrasti sotterranei e progressive limature, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Salvini su sicurezza e immigrazione all’unanimità. Cosa che il vicepremier Matteo Salvini porta a riprova della «inesistenza delle polemiche che abbiamo letto sui giornali». «Si tratta del decreto legge più condiviso, più modificato, più aggiornato nella storia almeno di questo governo», specifica. Ma si affretta a sottolineare che «il testo non è blindato» e in Parlamento «potranno esserci modifiche importanti».
Nei quarantadue punti del decreto, per ora in bozza, c’è lo stop ai «profughi vacanzieri»: quelli che, ottenuto il permesso, tornano in patria. Ma ci sono anche gli argomenti più controversi: la revoca della cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo; la sospensione della domanda di asilo in caso di pericolosità sociale e condanna in primo grado e la limitazione del sistema Sprar. E ieri sul decreto sono arrivate le critiche del Pd e delle organizzazioni di tutela dei migranti, mentre a nome dei vescovi ha parlato monsignor Bassetti: «La politica non ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali».
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fa notare che la protezione umanitaria resta, ma «sarà concessa solo alle vittime di grave sfruttamento lavorativo e di violenza domestica, tratta, calamità naturali, cure mediche, e per atti di particolare valore civile».
«Dovrebbe trattarsi di un provvedimento residuale, invece in Italia viene concessa nel 26% dei casi, più di quanto avvenga negli Paesi dell’ue a fronte del 7% del diritto di asilo», evidenzia Salvini. «Già dopo le mie circolari la concessione di questo tipo di protezione è scesa a 21% e ora calerà ancora di più. Le domande per il diritto d’asilo si sono già ridotte da 105mila a 42mila e quelle accolte sono il 33%», spiega Salvini che, a Quarta Repubblica di Maurizio Porro sintetizza: «Se ti becco che spacci, ti cancello la domanda d’asilo, ti rimando al tuo Paese. Se poi verrai assolto, torni e recuperi il diritto di fare la domanda».
La revoca della cittadinanza per gli stranieri considerati una «minaccia per la sicurezza nazionale» scatterà automaticamente. Ma su questo si appuntano le critiche più dure. Il Pd, con il segretario Maurizio Martina, attacca: «Con il decreto Salvini più insicurezza e più clandestinità. Meno diritti e meno doveri. Così il Paese rischia». E il presidente del Cir, Mario Morcone, avverte: «Per ridurre l’irregolarità e i conflitti dovremmo offrire griglie di regolarizzazione caso per caso. Il contrario fa aumentare la marginalità e agevola la radicalizzazione». A margine dell’assemblea Onu, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, commenta: «È una questione epocale che non può riguardare solo l’italia. L’UE deve fare molto di più». Il presidente della Camera Roberto Fico, intanto, ammonisce: «La sicurezza si costruisce tramite la costruzione di altri diritti. Prendere il tema solo dalla parte del bastone significa fare una politica securitaria e non di sicurezza».