«La norma ora è equilibrata Io ho voluto evitare le espulsioni automatiche»
Bonafede: i magistrati? Dialogo ma no alle strumentalizzazioni
«Non c’è stata contrapposizione tra me e il collega Salvini, solo normale dialettica governativa», si affretta a precisare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo l’approvazione del decreto sicurezza.
Vuol mostrare compattezza anche su un provvedimento che i suoi uffici hanno contribuito a modificare?
«La compattezza c’era sull’esigenza di dare maggiore efficienza al sistema, prevedendo asilo e protezione umanitaria per chi davvero la merita, anche in chiave di sicurezza, ed è venuto fuori un testo molto equilibrato».
Nel testo originale erano previste sospensioni e revoche di permessi anche per una semplice denuncia...
«Ma certe modifiche appartengono alla norma e alla prassi, non significa che uno tirava da una parte e uno dall’altra. Ora abbiamo introdotto la sospensione dell’iter per l’asilo politico dopo una condanna in primo grado, cioè quando c’è un fumus abbastanza fondato di mancato rispetto delle regole. E io ho voluto evitare le espulsioni immediate e automatiche anche per una questione di certezza della pena».
Cioè?
«Di fronte a reati gravi abbiamo interesse a far condannare i responsabili, e questo richiede la presenza degli imputati in Italia. Come vede c’è una logica di fondo condivisa, anche frutto di mediazioni tra diverse prospettive che sono state tutte garantite. Come del resto era successo con il mio disegno di legge spazzacorrotti».
A proposito: l’avevate approvato due settimane fa «salvo intese», ma se ne sono perse le tracce. Che fine ha fatto?
«È stato firmato oggi dal presidente della Repubblica, ora passerà all’esame della Camera».
Anche quel testo ha ricevuto diverse critiche; le sanzioni per i condannati definitivi sono inutili se i processi muoiono prima a causa della prescrizione.
«Intanto adesso anche i pochi condannati definitivi la fanno sempre franca, mentre d’ora in avanti non sarà più così. E poi per i riabilitati ho messo dei paletti tali che dovrà passare molto tempo prima che possano tornare in gioco. Comunque stiamo valutando di intervenire anche sulla prescrizione».
Per adesso la Lega ha imposto un’altra priorità, con la legittima difesa. È d’accordo anche con quella riforma?
«Nessuna imposizione, è nel contratto di governo, e come avevo già detto proprio al Corriere è giusto metterci mano per diradare le zone d’ombra. La commissione Giustizia del Senato ha cominciato a esaminare le proposte, seguiremo l’iter parlamentare».
Il presidente dell’anm ha detto che è meglio non toccare niente, per evitare di legittimare l’omicidio.
«Ma come si fa a dire una cosa del genere? Sono affermazioni generiche e generalizzate che non posso condividere. Io ho rispetto per l’associazione magistrati e le opinioni che esprime su questioni di diritto, teniamo conto delle valutazioni di tutti, però poi le leggi e le valutazioni
Come fa l’anm a dire certe cose sulla legittima difesa? Io rispetto le opinioni ma spetta a noi la valutazione politica
Da noi decisioni affrettate? Di fronte a episodi gravissimi facciamo le cose Poi si vedrà chi ha ragione
politiche spettano a noi, alla politica».
Le indagini e i processi, invece, ai magistrati. Che il suo collega Salvini ha dileggiato quando hanno aperto un’inchiesta sul suo conto. Ricorda?
«Ho chiarito che non è il caso di riaprire la stagione dello scontro tra politica e giustizia, tipico della Seconda Repubblica, e non voglio ritornare sull’argomento. Il fatto rilevante è che, pur avendo Cinque Stelle e Lega storie diverse, su temi centrali siamo compatti. Comprese anticorruzione e sicurezza».
Ma voi grillini avete costruito propaganda e successi anche seguendo le inchieste della magistratura, mentre lei da ministro della Giustizia prende le distanze dai giudici.
«Non è così, per me l’interlocuzione con i magistrati e l’anm è importante, ma se si esce fuori dalla proposta costruttiva per assumere posizioni strumentali o politiche, allora non va bene. Come quando il segretario dell’anm discetta sull’ordinamento penitenziario a proposito della tragica vicenda della madre detenuta che ha ucciso due bambini. Arrivando al paradosso che io, per rispetto dei magistrati e delle indagini, non ho detto nulla, i magistrati invece sì».
Veramente lei nel giro di poche ore ha sospeso i vertici di quel carcere, stimati da tutti, senza aspettare le indagini.
«Io sono andato subito lì e ho verificato delle mancanze, per questo ho preso quel provvedimento, cautelare e provvisorio. Ora non posso entrare nel merito, ma io so di che parlo, altri no».
C’è il sospetto che, come dopo la tragedia di Genova, avete voluto prendere o annunciare provvedimenti esemplari prima ancora di capire che cosa fosse successo. Non è così?
«Ma quando mai! Forse ci si è abituati un po’ troppo alle frasi di circostanza di chi diceva “aspettiamo l’accertamento dele responsabilità” e poi non faceva nulla; noi invece facciamo le cose, soprattutto di fronte a episodi gravissimi. Non è che tutti i giorni io sospendo direttori, o Toninelli revoca concessioni. Si tratta di decisioni ponderate per fatti particolari. Poi si vedrà chi ha ragione».