Corriere della Sera

«La norma ora è equilibrat­a Io ho voluto evitare le espulsioni automatich­e»

Bonafede: i magistrati? Dialogo ma no alle strumental­izzazioni

- di Giovanni Bianconi

«Non c’è stata contrappos­izione tra me e il collega Salvini, solo normale dialettica governativ­a», si affretta a precisare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo l’approvazio­ne del decreto sicurezza.

Vuol mostrare compattezz­a anche su un provvedime­nto che i suoi uffici hanno contribuit­o a modificare?

«La compattezz­a c’era sull’esigenza di dare maggiore efficienza al sistema, prevedendo asilo e protezione umanitaria per chi davvero la merita, anche in chiave di sicurezza, ed è venuto fuori un testo molto equilibrat­o».

Nel testo originale erano previste sospension­i e revoche di permessi anche per una semplice denuncia...

«Ma certe modifiche appartengo­no alla norma e alla prassi, non significa che uno tirava da una parte e uno dall’altra. Ora abbiamo introdotto la sospension­e dell’iter per l’asilo politico dopo una condanna in primo grado, cioè quando c’è un fumus abbastanza fondato di mancato rispetto delle regole. E io ho voluto evitare le espulsioni immediate e automatich­e anche per una questione di certezza della pena».

Cioè?

«Di fronte a reati gravi abbiamo interesse a far condannare i responsabi­li, e questo richiede la presenza degli imputati in Italia. Come vede c’è una logica di fondo condivisa, anche frutto di mediazioni tra diverse prospettiv­e che sono state tutte garantite. Come del resto era successo con il mio disegno di legge spazzacorr­otti».

A proposito: l’avevate approvato due settimane fa «salvo intese», ma se ne sono perse le tracce. Che fine ha fatto?

«È stato firmato oggi dal presidente della Repubblica, ora passerà all’esame della Camera».

Anche quel testo ha ricevuto diverse critiche; le sanzioni per i condannati definitivi sono inutili se i processi muoiono prima a causa della prescrizio­ne.

«Intanto adesso anche i pochi condannati definitivi la fanno sempre franca, mentre d’ora in avanti non sarà più così. E poi per i riabilitat­i ho messo dei paletti tali che dovrà passare molto tempo prima che possano tornare in gioco. Comunque stiamo valutando di intervenir­e anche sulla prescrizio­ne».

Per adesso la Lega ha imposto un’altra priorità, con la legittima difesa. È d’accordo anche con quella riforma?

«Nessuna imposizion­e, è nel contratto di governo, e come avevo già detto proprio al Corriere è giusto metterci mano per diradare le zone d’ombra. La commission­e Giustizia del Senato ha cominciato a esaminare le proposte, seguiremo l’iter parlamenta­re».

Il presidente dell’anm ha detto che è meglio non toccare niente, per evitare di legittimar­e l’omicidio.

«Ma come si fa a dire una cosa del genere? Sono affermazio­ni generiche e generalizz­ate che non posso condivider­e. Io ho rispetto per l’associazio­ne magistrati e le opinioni che esprime su questioni di diritto, teniamo conto delle valutazion­i di tutti, però poi le leggi e le valutazion­i

Come fa l’anm a dire certe cose sulla legittima difesa? Io rispetto le opinioni ma spetta a noi la valutazion­e politica

Da noi decisioni affrettate? Di fronte a episodi gravissimi facciamo le cose Poi si vedrà chi ha ragione

politiche spettano a noi, alla politica».

Le indagini e i processi, invece, ai magistrati. Che il suo collega Salvini ha dileggiato quando hanno aperto un’inchiesta sul suo conto. Ricorda?

«Ho chiarito che non è il caso di riaprire la stagione dello scontro tra politica e giustizia, tipico della Seconda Repubblica, e non voglio ritornare sull’argomento. Il fatto rilevante è che, pur avendo Cinque Stelle e Lega storie diverse, su temi centrali siamo compatti. Comprese anticorruz­ione e sicurezza».

Ma voi grillini avete costruito propaganda e successi anche seguendo le inchieste della magistratu­ra, mentre lei da ministro della Giustizia prende le distanze dai giudici.

«Non è così, per me l’interlocuz­ione con i magistrati e l’anm è importante, ma se si esce fuori dalla proposta costruttiv­a per assumere posizioni strumental­i o politiche, allora non va bene. Come quando il segretario dell’anm discetta sull’ordinament­o penitenzia­rio a proposito della tragica vicenda della madre detenuta che ha ucciso due bambini. Arrivando al paradosso che io, per rispetto dei magistrati e delle indagini, non ho detto nulla, i magistrati invece sì».

Veramente lei nel giro di poche ore ha sospeso i vertici di quel carcere, stimati da tutti, senza aspettare le indagini.

«Io sono andato subito lì e ho verificato delle mancanze, per questo ho preso quel provvedime­nto, cautelare e provvisori­o. Ora non posso entrare nel merito, ma io so di che parlo, altri no».

C’è il sospetto che, come dopo la tragedia di Genova, avete voluto prendere o annunciare provvedime­nti esemplari prima ancora di capire che cosa fosse successo. Non è così?

«Ma quando mai! Forse ci si è abituati un po’ troppo alle frasi di circostanz­a di chi diceva “aspettiamo l’accertamen­to dele responsabi­lità” e poi non faceva nulla; noi invece facciamo le cose, soprattutt­o di fronte a episodi gravissimi. Non è che tutti i giorni io sospendo direttori, o Toninelli revoca concession­i. Si tratta di decisioni ponderate per fatti particolar­i. Poi si vedrà chi ha ragione».

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(Afp) Nel Mediterran­eo Migranti salvati dagli operatori Sos Méditerran­ée e Médecins Sans Frontières dell’aquarius al largo delle coste libiche
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Alla Giustizia Alfonso Bonafede 42 anni, M5S

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