Nuove accuse di molestie per il «giudice del presidente»
Kavanaugh, candidato alla Corte Suprema: «Solo calunnie»
L a nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema si complica con nuove accuse di comportamenti sessuali inappropriati. Ma la seduta di conferma del giudice davanti alla Commissione Giustizia del Senato resta prevista per giovedì: finora i repubblicani hanno rifiutato di rimandarla come chiedono i democratici.
Le accuse riguardano gli anni Ottanta, quando Kavanaugh frequentava le superiori e l’università. La prima donna che si è fatta avanti, la docente universitaria 51enne Christine Blasey Ford ha affermato di aver subito un’aggressione sessuale da parte del diciassettenne Kavanaugh, che le sarebbe saltato addosso cercando di sfilarle il costume da bagno e tappandole la bocca, alla presenza dell’amico Mark Judge, durante una festa del liceo nel 1982. Ford testimonierà giovedì davanti al Senato.
Ora un’altra donna, Deborah Ramirez, 53 anni, che ha frequentato l’università di Yale con Kavanaugh, ha parlato con Ronan Farrow del New Yorker, raccontando che durante un «gioco alcolico» ad un party, nel 1983-84, lui si spogliò e spinse il bacino sul suo volto fino a toccarlo, mentre lei ubriaca sul pavimento cercava di allontanarlo.
La storia potrebbe non finire qui. Michael Avenatti, l’avvocato della pornostar Stormy Daniels nella causa contro il tycoon, ha twittato di rappresentare una donna con «credibili informazioni sul giudice Kavanaugh e Mark Judge», il compagno di liceo che dice di «non ricordare» l’aggressione sessuale descritta da Ford. La cliente di Avenatti avrebbe «prove significative di numerosi party casalinghi nell’area di Washington nei primi anni Ottanta, durante i quali Kavanaugh, Judge e altri avrebbero preso di mira le donne con alcol e droga per preparare gli uomini poi a stupri di gruppo». Anche questa donna sarebbe pronta a presentarsi davanti al Senato e a fornire i nomi di altri testimoni.
Il giudice ha smentito tutte le accuse («Calunnie grottesche e grossolane»): non si lascerà «intimidire», non si ritirerà. Il presidente Donald Trump ha difeso strenuamente il suo candidato definendole bugie politiche: «Sarò con lui fino alla fine». La sua consigliera Kellyanne Conway ha parlato di una «vasta cospirazione di sinistra», richiamandosi a un’espressione usata da Hillary Clinton per difendere il marito da Monica Lewinsky nel 1998 (la first lady parlò allora di «vasta cospirazione di destra»).
«Time’s Up», il movimento a favore delle vittime di molestie sessuali, ha invitato le donne ad uscire dal posto di lavoro, da casa, da scuola alle 13 di ieri per esprimere la loro solidarietà a Ford, oppure a sostenerla sui social con l’hashtag #Believesurvivors. Ma i repubblicani hanno mostrato, almeno per ora, di non aver intenzione di abbandonare il loro candidato. Alla richiesta della senatrice democratica della California Dianne Feinstein, della Commissione Giustizia, che l’audizione di giovedì venga «immediatamente rimandata» e che l’fbi apra un’inchiesta, il collega della South Carolina Lindsey Graham ha replicato che il partito rivale sta provocando «il collasso totale del tradizionale processo di conferma delle nomine alla Corte Suprema», sostituendolo con un «gioco di ritardi, inganni e diffamazione».
I repubblicani si trovano di fronte ad un dilemma: da una parte sentono le pressioni della «base» che vuole veder confermato un giudice conservatore; dall’altra cercano di evitare di danneggiare ulteriormente il proprio partito tra le elettrici, in vista delle elezioni di mid-term a novembre. Se Kanavaugh verrà confermato sarà con un margine minimo: i repubblicani possono permettersi di perdere al massimo un voto al Senato se i democratici votano compatti contro di lui. I voti che più preoccupano la Casa Bianca sono quelli di due senatrici repubblicane, Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell’alaska, e di Jeff Flake dell’arizona, che siede in Commissione.
I repubblicani
La «base» vuole il giudice, ma il partito teme di perdere voti tra le donne a novembre