Trump sceglie Conte come vicino di pranzo (ma niente bilaterale)
Il premier italiano verso l’assemblea Onu Lavoro diplomatico per il summit sulla Libia
Un posto a tavola di fianco a Donald Trump, ma niente bilaterale con il presidente degli Stati Uniti. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva oggi a New York per partecipare all’assemblea generale dell’onu. Parla nella plenaria di domani, mercoledì 26 settembre: sarà il suo debutto nel Palazzo di Vetro, ma non il momento più importante della missione. Secondo le indiscrezioni ● Giuseppe Conte arriva oggi a New York
● Parlerà all’onu domani alle nostre 20.30
● Giovedì sarà a pranzo al Dipartimento di Stato. Siederà accanto a Trump. esagerare. Nell’agenda del presidente americano non è previsto un bilaterale con l’italia. Trump vedrà il solito giro ristretto di interlocutori. Ieri ha già incontrato il presidente sudcoreano Moon Jaein, quello egiziano Abdel Fattah al Sisi e il francese Emanuel Macron. Tra oggi e domani vedrà l’israeliano Benjamin Netanyahu, il giapponese Shinzo Abe e la premier britannica Theresa May. Gli americani, rappresentati anche dal Segretario di Stato Mike Pompeo, si concentreranno su due temi: Iran e Corea.
Trump, ieri, ha dichiarato che ci potrebbe essere «molto presto» un altro summit con il leader nordcoreano Kim Jong-un. C’è attesa, naturalmente, per il suo discorso di oggi, davanti all’assemblea. L’anno scorso aveva minacciato di radere al suolo la Corea del Nord. Questa volta, si prevede a New York, potrebbe minacciare il presidente dell’iran, Hassan Rouhani.
Il confronto su Teheran, comunque, si svilupperà con due passaggi. Il primo pubblico: mercoledì il presidente americano presiederà la riunione del Consiglio di sicurezza dedicata alla «non proliferazione nucleare». L’altro riservato, nei colloqui in particolare con Macron e May. I due europei proveranno, ancora una volta, a salvare almeno lo schema dell’accordo sull’atomica con l’iran, sconfessato da Trump.
Per Conte, quindi, il pranzo di oggi è l’unico canale aperto con il numero uno degli Stati Uniti. Anche l’italia è interessata alla distensione tra Occidente e Teheran, visto che diverse aziende avevano pro- grammato investimenti per miliardi di euro.
Ma la priorità geopolitica di Roma resta la Libia. Su questo fronte sta lavorando da settimane Enzo Moavero Milanesi. Il ministro degli Esteri è arrivato ieri a New York e ha subito avviato una fitta serie di contatti. Gran parte dello sforzo si concentra sui preparativi per la Conferenza della Libia, da organizzare a novembre in Sicilia. Moavero si muove con due obiettivi. Primo: coinvolgere al più alto livello gli americani, portando in Sicilia il Segretario di Stato Pompeo. Secondo:
Interlocutori
Ieri il faccia a faccia con Moon (Sud Corea), poi Trump vedrà Macron (Francia) e Sisi (Egitto)
Il ministro Moavero Importante l’incontro con l’omologo francese: si prepara il vertice in Sicilia
appianare i contrasti con la Francia, in modo da ottenere la piena collaborazione di Macron. Tra gli appuntamenti già fissati spicca quello di domani, mercoledì, con il ministro degli Esteri, Jean-yves Le Drian. Moavero, in realtà, considera la prossima conferenza come la naturale prosecuzione del «Summit per la pace» convocato da Macron, lo scorso maggio a Parigi.
La missione newyorkese servirà anche per rafforzare questa impostazione, raccogliendo il consenso tra l’altro dei Paesi confinanti della Libia, in particolare l’egitto, aperto sostenitore del generale Khalifa Haftar, padrone della Cirenaica e rivale di Fayez Sarraj, primo ministro a Tripoli. I dossier si incrociano: il premier Conte vedrà proprio l’egiziano Al Sisi con cui discuterà anche dell’assassinio di Giulio Regeni.