Cardiologia, cure hi-tech. «Ma la sostenibilità è un problema»
Milano, convegno con 1.600 medici. «Senza l’aiuto delle fondazioni, gli ospedali non terrebbero il passo»
Dal cuore artificiale «ultralight», grande poco più di una moneta, al pace maker che viene inserito con la chirurgia mininvasiva. La cura delle malattie cardiovascolari, in Italia, vive uno straordinario sviluppo tecnologico. Ma l’avanguardia porta con sé costi crescenti, per lo Stato. E proprio con una riflessione sul problema della sostenibilità, si è aperto ieri, a Milano, il Convegno di Cardiologia promosso dalla Fondazione Angelo De Gasperis, l’ente per la diffusione della cultura medico-scientifica del Cardio Center dell’ospedale Niguarda. Oltre 1.600 i partecipanti, L’incontro
● Si tiene a Milano, sino a giovedì, il Convegno di Cardiologia promosso dalla Fondazione Angelo De Gasperis, l’ente per la diffusione della cultura medica e scientifica del Cardio Center del Niguarda. Oltre 1.600 i partecipanti fra medici e relatori.
«Dobbiamo fare in modo che il nostro sistema sanitario rimanga sostenibile. Siamo a un bivio che, se non ci porterà a lavorare sempre di più in direzione della prevenzione e della presa in carico del paziente cronico, dovrà portarci ad ammainare la bandiera di un sistema universalistico» ha detto Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ricordando che «nella modernissima Gran Bretagna agli ottantenni non vengono impiantate alcune valvole. In Italia, quello che serve al paziente si fa».
«L’italia non crea valore da tantissimi anni, lavoriamo ma è come se non si creasse un accumulo — ha aggiunto il direttore generale dell’ospedale Niguarda, Marco Trivelli —. Penso che la sanità possa essere una risorsa, lo dimostra la vitalità di questo convegno».
A questo proposito, Benito Benedini, imprenditore e presidente della Fondazione De Gasperis, ha sottolineato l’importanza della collaborazione fra pubblico e privato. Con le borse di studio, la Fondazione garantisce la presenza di sette fra cardiologi e cardiochirurghi al Cardio center, «aiutandolo a restare alla pari con tutte le operazioni. La sanità in Italia è meravigliosa, ma se non ci fossero le fondazioni che aiutano l’ospedale, non potrebbe sopperire a tutto quanto. Così invece si garantisce un ricambio generazionale fatto di trasmissione di competenze».
Sostenibilità e innovazione. Ma al convegno si è parlato anche del ruolo del paziente nella scelta delle cure insieme al medico. «Un approccio combinato che è un tema caldo, così come quello della riabilitazione, uno degli aspetti più importanti della cura della malattia acuta» spiega Maurizio Lunati, Direttore del Cardio Center.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha ricordato invece come i Comuni possono fare la loro parte nella prevenzione: «Con le politiche ambientali per ridurre il traffico e con le campagne di sensibilizzazione».
L’assessore regionale Gallera: «Assistenza universalistica a rischio se non migliora la prevenzione»