Bernardeschi, che crescita: è lui il valore aggiunto della Juve
Non solo CR7 (di cui è amico): decisiva l’evoluzione di Federico. Su cinque partite, per tre volte è stato il migliore
Qual è la differenza più significativa tra la Juventus che ha vinto il settimo scudetto e quella che ha già messo le fondamenta per l’ottavo? Cristiano Ronaldo, d’accordo. Ma in questo scorcio di stagione, più che CR7, ha impressionato Federico Bernardeschi. Quando entra dalla panchina è implacabile: un gol e un assist (dalla bandierina) a Verona nell’esordio contro il Chievo, la rete della tranquillità a Frosinone. Il salto, rispetto alla scorsa stagione, la prima a Torino, è stato esponenziale. Oggi Berna è uno dei punti di riferimento della squadra di Allegri: giovane, forte, italiano, fidelizzato. «Non vedo perché dovrei andarmene dalla Juve», ha raccontato l’ultima volta in Nazionale.
Il numero 33 ha le idee chiare. Ce le ha sempre avute sin da quando, nel maggio 2016, si è rifiutato di allungare il contratto con la Fiorentina. Non voleva solo cambiare squadra e fare un salto di qualità. Voleva la Juventus. «E non mi sono mai pentito». Neppure nei primi lunghi mesi di apprendistato, in cui è stato aiutato e sostenuto dai capitani del gruppo, Buffon e Chiellini, suoi corregionali.
Pagato 40 milioni più 5 di bonus, c’è chi ha ironizzato sulla spesa. E invece Bernardeschi vale l’investimento. L’anno scorso un infortunio lo ha ricacciato indietro quando a febbraio sembrava pronto per prendersi la squadra. Ora sta consumando la rivincita: 273 minuti in cinque partite (contro il Sassuolo non è entrato) e per tre volte è risultato il migliore: Chievo, Frosinone e Valencia, in Champions League, l’unica che ha giocato dall’inizio alla fine senza essere sostituito. E questo la dice lunga sulla considerazione di Allegri nei suoi confronti.
La crescita esponenziale di Bernardeschi è sorprendente solo per chi non ne conosce la determinazione. La stessa di quando, ancora bambino, faceva tutti i giorni Carrara-firenze andata e ritorno per allenarsi. Il segreto è il lavoro, duro, sempre. Come Ronaldo, con cui è entrato in grande sintonia, passa le ore in palestra. Il crossfit è il suo più caro compagno di viaggio, un allenamento tosto che aiuta a rendere il fisico scolpito, tanto per emulare il mito Shevchenko. Lo stress del suo primo sfortunato anno torinese lo ha combattuto con un lungo viaggio negli Stati Uniti, nel vecchio West, alla ricerca di sensazioni diverse. Ora è pronto per prendersi tutto, la Juve e l’azzurro. Grazie alle sue qualità di giocatore multifunzionale: ala, ma anche interno di centrocampo e all’occorrenza trequartista dietro la punta. Bernardeschi ha forza, gamba, palleggio, tiro. Un giocatore completo. È la Juve di CR7, può diventare anche quella di FB33.
Il carattere
Tanto lavoro, fisico scolpito dal crossfit «Mai pentito di essere venuto qui»