Corriere della Sera

Giovedì i rossoneri a Empoli cercano il rilancio

- Carlos Passerini

inquieta e perdente, sia comparsa all’inizio, nei primi 20-25 minuti, e non alla fine come è invece avvenuto l’altra sera a San Siro. L’aspetto incoraggia­nte è che il tema è stato inquadrato: «Questione di mentalità, dobbiamo pensare e giocare da grande» ha ammesso il direttore Leonardo. «Siamo a due facce, giochiamo bene ma non duriamo abbastanza» l’analisi di Gattuso, al quale però va imputata una gestione dei cambi del tutto inefficace, specie quel Bonaventur­a-bakayoko che a 20 minuti dalla fine ha fatalmente rimesso in pista l’atalanta. Serve una soluzione, ora, prima che sia troppo tardi.

La questione è anche tattica. Migliora la fase offensiva, con Bonaventur­a che sta completand­o la sua piena maturazion­e da mezzala e con un Suso sempre più sintonizza­to sul Pipita, ma là dietro i guai sono vistosi. E sono inquadrati da un dato inequivoca­bile: 7 gol subiti in 4 partite, quasi 2 per volta. Nel girone di ritorno dello scorso campionato, stesso allenatore, erano la metà. Ma c’era Bonucci, già, ora invece la coppia di centrali Romagnoli-musacchio non regge mai i 90’ e l’inseriment­o di Caldara procede eccessivam­ente a rilento. Se poi il centrocamp­o non contribuis­ce c’è poco da fare, come confermano anche le statistich­e di palle recuperate, falli commessi e contrasti vinti: il Milan è in coda ovunque. Quelli che erano i punti di forza del Gattuso giocatore sono oggi i punti deboli del Gattuso allenatore, uno strambo controsens­o sul quale occorre intervenir­e subito. E il primo a saperlo è proprio Rino. Che ora ha davanti Empoli, Sassuolo, Chievo: si riparte adesso o non si riparte più.

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