Corriere della Sera

Tasse alle imprese Conto più salato

Minori detrazioni per finanziare la flat tax: così aumenta il carico fiscale

- Mario Sensini

ROMA Un taglio di 5,3 miliardi di euro di benefici fiscali già decisi, in cambio di nuove agevolazio­ni per 600 milioni. Il bilancio della manovra di finanza pubblica per le imprese, almeno nel 2019, rischia di essere parecchio pesante, traducendo­si in un appesantim­ento delle tasse. Per finanziare la flat tax sulle partite Iva fino a 65mila euro e gli sgravi Ires sugli utili reinvestit­i saranno infatti cancellati sia gli incentivi dell’iri, l’imposta sul reddito dell’imprendito­re che doveva scattare nel 2019, con uno sgravio di 2 miliardi, che l’ace, l’aiuto alla crescita economica delle imprese, che ne vale 3,3 (più molti altri, che potrebbero essere cancellati, negli anni a venire).

La flat tax sulle partite Iva, almeno nel primo anno, porterà uno sgravio fiscale complessiv­o modesto, pari a 600 milioni, destinati a stabilizza­rsi a regime con una riduzione di imposta di 1,3 miliardi l’anno. La riduzione dell’aliquota Ires sugli utili che verranno destinati ad aumenti di capitale, investimen­ti in beni strumental­i e assunzioni stabili, dal 24 al 15% ha un valore crescente nel tempo, che arriva a oltre 2 miliardi di euro a regime. Ma nel 2019 non porterebbe vantaggi, perché le minori imposte (all’inizio circa un miliardo di euro) cominceran­no a scontarsi dalla dichiarazi­one dei redditi che si presenterà nel 2020. anni, benché i vantaggi fiscali siano stati, pian piano, ridotti dalle varie leggi di bilancio. L’ultima sforbiciat­a da 1,5 miliardi l’ha data il governo Gentiloni l’anno scorso. Adesso, secondo la Confindust­ria, vale ancora 3,3 miliardi di euro l’anno. Più le deduzioni che potranno essere scontate negli anni futuri, un valore molto alto, ma imprecisat­o.

Deduzioni miliardari­e

Gli ultimi dati sull’uso dell’ace sono del 2016 e riguardano i redditi del 2015. In quell’anno l’aiuto è stato sfruttato da 302 mila imprese (+8% sul 2014), quasi tutte medie e grandi e attive al Nord (il 38,5% lombarde). Per loro l’ammontare delle deduzioni maturate nel 2015 è stato di ben 18,9 miliardi. Non tutte sono state utilizzate e a fine 2015 alle imprese restavano ancora 6,8 miliardi di deduzioni da riportare agli esercizi successivi. Crediti probabilme­nte cresciuti nel frattempo, e che le imprese ora temono possano essere cancellati.

Niente Iri

Salterà anche l’iri, che avrebbe permesso a tutte le partite Iva e le società in nome collettivo di adottare l’ires al 24% (o al 15% come vorrebbe fare il governo) sugli utili lasciati nell’impresa o nello studio profession­ale. Nel 2019 si risparmier­anno così due miliardi di euro, esattament­e come fece un anno fa il governo Gentiloni rinviando l’iri al 2019. Cambia anche la platea dei beneficiar­i, che invece per Ace e sgravi Ires coincide. A godere della flat tax al 15% saranno infatti 500 mila imprese, oggi fuori dal regime dei minimi. A rinunciare alla possibilit­à dell’iri, invece, sono circa 2 milioni di imprese.

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