La signora è in cucina
Dopo che il rettore della Normale di Pisa aveva denunciato l’impossibilità di promuovere le professoresse, anche un sottosegretario del governo della Revolución ha inteso portare il suo contributo alle discussioni sulla parità. Intervenendo a «Omnibus», il leghista Massimo Bitonci ha zittito così la forzista Lara Comi, che lo incalzava sull’alta Velocità: «Se vuoi fare la conduttrice, chiedi a La7 che ti diano una trasmissione di cucina». Se avesse detto «cucito», non avrebbe avuto problemi e anche gli amici illuminati del Bitonci — il sultano delle Ottanta Sottane e Fred di «Wilma, dammi la clava» — avrebbero sostenuto calorosamente l’iniziativa. Purtroppo Bitonci ha detto «cucina». E, per una sfortunata coincidenza, la conduttrice del più famoso programma di cucina è la compagna del capo, Elisa Isoardi, che non avrà gioito nel vedere il proprio lavoro ridotto a sfregio sessista.
Bitonci va capito. Il suo è stato un riflesso condizionato. Nel nuovo catasto del Popolo la cucina sarà adibita a gineceo, affinché le bambine vi imparino a cuocere le torte, invece di continuare a perdere tempo sui libri, ché poi si sa dove si va a finire: in tv, a fare domande scomode ai maschi alfa come Bitonci. Ma temo che una simile giustificazione non basterà. Salvini ieri era a Mosca e potrebbe invitare Bitonci a raggiungerlo per chiarimenti. Non ci vada, onorevole. Da Mosca alla Siberia il passo è breve. E nella tundra i programmi di cucina sono condotti in prevalenza da orsi.