Così si può trovare prima il tumore al polmone
Uno studio internazionale conferma la validità della Tac spirale come esame di screening in grado di anticipare la diagnosi, riducendo così la mortalità
Le statistiche indicano che le probabilità di smettere di fumare sono più alte se ci si rivolge a un Centro Antifumo. Quando un tabagista chiede aiuto, in base al suo «identikit» (quanto e quando fuma, perché, da quanto tempo e il suo atteggiamento, anche psicologico, nei confronti del fumo), il medico decide quale strategia prescrivere per aiutarlo ad affrontare i sintomi legati all’astensione. Il numero verde dei Centri Antifumo dell’istituto Superiore di Sanità è 800554088. alle domande dei lettori sul tumore al polmone all’indirizzo
http://forum. corriere.it/ sportello_ cancro_il_ polmone
https://www. corriere.it/ salute/ sportello_ cancro
La Tac spirale (un’apparecchiatura che ruota intorno al corpo come se lo avvolgesse, appunto, in una spirale e che permette di studiare gli organi interni a fettine ancora più sottili della Tac tradizionale) è un esame efficace per scoprire un tumore ai polmoni in stadio iniziale ed è in grado di ridurre la mortalità per questo tipo di cancro nei forti fumatori che vi si sottopongono con regolarità. Sono queste le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori olandesi autori dello studio Nelson, i cui esiti erano attesi da anni dalla comunità scientifica e sono stati presentati di recente a Toronto durante la Conferenza mondiale sul carcinoma polmonare.
«Il tumore ai polmoni resta un big killer: è il più letale fra tutti i tipi di cancro e, con 41.500 nuovi casi diagnosticati nel 2018, si colloca al terzo posto nella classifica dei più diffusi — spiega Giorgio Scagliotti, direttore dell’oncologia all’università di Torino e presidente dell’international Association for the Study of Lung Cancer —. A causa della scoperta tardiva della malattia soltanto il 18 per cento dei pazienti è vivo 5 anni dopo la diagnosi. Anche se con le nuove terapie si sono ultimamente aperti nuovi scenari per la maggioranza dei malati (quasi 8 su 10) che presentano metastasi fin dall’inizio del trattamento».
Se individuato nelle fasi iniziali, quando è ancora solo un piccolo nodulo, anche il temibile carcinoma polmonare può essere sconfitto. Però oggi accade di rado, soprattutto perché la malattia viene per lo più scoperta attraverso una radiografia del torace fatta per altre ragioni o prescritta sulla base di sintomi che in genere compaiono piuttosto tardi.
Un vasto studio statunitense nel 2011 aveva evidenziato come una Tac spirale annuale per 5 anni fosse capace di ridurre la mortalità per tumore del polmone del 20 per cento nei soggetti che sviluppano la malattia. Sulla base di quei risultati le autorità sanitarie americane raccomandano già dal 2013 l’esecuzione del test ogni 12 mesi in chi è considerato più a rischio di ammalarsi, ovvero forti fumatori (almeno 30 pacchetti all’anno) fra i 55 e gli 80 anni ed ex fumatori che hanno smesso da meno di 15 anni. Numerose sperimentazioni sono state fatte anche in Italia e in Europa, dove però non si è ancora arrivati a includere il test fra gli esami di screening che vengono offerti gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale a una determinata fascia di popolazione (come accade per esempio con la mammografia per il tumore al seno).
Per promuovere lo screening anche nel nostro Paese si aspettano da tempo gli esiti di ulteriori ricerche utili a soppesare pro e contro dell’esame, e proprio dal convegno di Toronto sono arrivate alcune risposte.
Lo studio Nelson ha arruolato quasi 16mila olandesi, tutti forti fumatori tra i 50 e i 75 anni, tabagisti da almeno 25 anni (15 sigarette al giorno) o 30 (10 sigarette al giorno).
I ricercatori li hanno suddivisi in due gruppi: uno è stato monitorato con Tac a basso dosaggio di radiazioni (all’inizio e poi dopo un uno, tre e cinque anni e mezzo), l’altro non è stato sottoposto ad alcun controllo. I partecipanti sono stati seguiti per almeno 10 anni e fra coloro ai quali è stato diagnosticato un carcinoma polmonare è emersa una riduzione della mortalità del 26 per cento nel gruppo che aveva eseguito i controlli periodici grazie all’anticipazione delle diagnosi, che ha permesso di riscontrare il 70 per cento dei nuovi casi agli stadi precoci, ovvero quando il tumore era quasi sempre un nodulo di piccole dimensioni che non aveva ancora colpito i linfonodi né generato metastasi a distanza, e quindi rispondeva meglio alle terapie.
I falsi positivi (i casi in cui l’esame indica come cancerogeno un nodulo che poi si rivela non esserlo) sono stati pochi e l’esposizione alle radiazioni per l’esecuzione della Tac è considerata molto bassa, specie se confrontata con l’alto rischio di sviluppare il cancro.
«Ormai non ci sono più dubbi che lo screening mediante Tac spirale sia efficace e riduca la mortalità per tumore polmonare — sottolinea Marco Zappa, responsabile dell’osservatorio nazionale Screening italiano —. Gli esiti di Nelson rafforzano quelli americani e sono in linea con quelli di altri studi simili, anche italiani. Per avviare lo screening anche nel nostro Paese restano da definire aspetti tecnici e di sostenibilità economica, come la frequenza con cui ripetere gli esami e la popolazione da coinvolgere (da considerarsi a rischio molto alto), con quali costi per il nostro Sistema sanitario».
Le conclusioni raggiunte da un’indagine italiana esposta a Toronto da Giulia Veronesi, responsabile della Sezione di Chirurgia Robotica Toracica dell’istituto Clinico Humanitas di Milano, indicano che il test nel nostro Paese sarebbe potenzialmente sostenibile. «I complessi conti eseguiti indicano che uno screening con Tac spirale nei forti fumatori costerebbe meno di quello con mammografia per il cancro al seno, a parità di anni di vita salvati — spiega Veronesi —. È chiara la sua utilità in Dopo 20 anni
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La ricerca
Ha arruolato quasi 16 mila forti fumatori, tutti di età compresa fra i 50 e i 75 anni
Il rischio di malattie coronariche, infarto miocardico e ictus diminuisce del 50 per cento una popolazione ben selezionata, come i forti fumatori attuali o ex, per i quali il pericolo di sviluppare un tumore polmonare è elevato. È altrettanto importante che il test venga eseguito in centri con ampia esperienza in patologie toraciche e di screening, dove i medici sono preparati a gestire eventuali noduli indeterminati senza esporre i partecipanti a rischi di procedure invasive non necessarie».