Casapound, venti indagati per la mancata perquisizione
Quindici anni dopo l’occupazione di un edificio pubblico nel cuore dell’esquilino a Roma, l’estrema destra di Casapound finisce nel mirino della Procura. I pm Michele Nardi e Francesco Caporale indagano per occupazione abusiva e resistenza a pubblico ufficiale. Venti militanti della «Tartaruga» fra cui il fratello di uno dei leader, Davide Di Stefano, sono già stati iscritti sul registro degli indagati mentre l’inchiesta rischia di ampliarsi ulteriormente. Martedì scorso, quando è emerso che i vertici del movimento avevano intimato l’altolà alla Guardia di finanza impedendogli di entrare per una perquisizione richiesta dalla magistratura contabile, in Procura è stata disposta l’acquisizione di articoli di stampa in merito alla storica occupazione. È in corso una ricognizione che serve a stabilire chi viva davvero dentro il palazzo, se persone sfrattate o amici e parenti dei leader del movimento. Nel 2014 i vertici di Casapound hanno impedito l’accesso alla polizia municipale che su input del Campidoglio aveva deciso una ricognizione. A un primo tentativo di entrare nello stabile i vigili avevano dovuto arrendersi. Ma poi avevano fatto una relazione approfondita e l’avevano depositata in Procura. È partita così l’inchiesta della magistratura, alla quale ora si è aggiunta quella della procura contabile.