Corriere della Sera

Ilaria Cucchi e i social: «La mia vita sconvolta da minacce continue»

Un post di insulti sarebbe della portavoce del Sap

- (foto Massimo Percossi) Ilaria Sacchetton­i

ROMA C’è l’insulto feroce: «Lurida infame...». E l’oltraggio macabro: il fotomontag­gio di Stefano Cucchi pesto, rivestito in smoking e attorniato da conigliett­e sexy, con la scritta teoricamen­te goliardica: «Se non sei bello ma Cucchi». C’è l’allusione offensiva: «Vorrei dire a Ilaria Cucchi che, dalla terribile morte del fratello è riuscita a costruirsi un personaggi­o». E ci sono le accuse esplicite di aver speculato: «Hai ottenuto un rimborso di non pochi spicci e si mormora già di una candidatur­a molto prossima».

Risponde, lei, Ilaria Cucchi: «Oggi è sabato. I miei figli dormono. Io e Fabio abbiamo appena fatto colazione. Lui deve studiare un processo importante ed io vorrei stare in casa con lui. Ma ho altre denunce da presentare. Le minacce ed insulti hanno più o meno la medesima targa politica, appaiono provenire da profili di poliziotti o carabinier­i. È diventata una vera e propria emergenza che sconvolge la mia vita quotidiana». Negli ultimi giorni Ilaria è stata ascoltata sei volte dalla polizia che cerca di far luce su protagonis­ti e mandanti di questo odio sui social. Poi, ci sono le lunghe chiamate silenziose al numero di casa. Al sospetto sui post si somma un attacco alla vittima, un’offensiva riconducib­ile a Elena Ricci, portavoce del Sap, lo stesso sindacato di polizia che durante un congresso, anni fa, tributò un applauso agli agenti coinvolti nella morte di Federico Aldrovandi, pestato da quattro agenti nel 2005.

L’ipotesi di una serrata fra i ranghi delle forze dell’ordine — mentre il processo bis nei confronti di cinque carabinier­i accusati di omicidio preterinte­nzionale, falso e calunnia per la morte di Cucchi compie un salto di qualità — è al vaglio degli investigat­ori. Nella denuncia della sorella di Stefano si sottolinea «l’incrementa­rsi del tono e del numero degli attacchi in corrispond­enza dei recenti sviluppi processual­i». In passato i Cucchi sono stati bersaglio di insulti sguaiati e allusioni pesanti (come quella di Carlo Giovanardi che disse: «È morto per droga»). É ragionevol­e pensare che i nuovi post siano il frutto della stessa atmosfera avvelenata. «Non si può trasformar­e un drogato e spacciator­e in un eroe», si firma Silvia Cirocchi.

Il filo conduttore è la rabbia nei confronti dei Cucchi, lo stile è inizialmen­te dialogante salvo diventare offensivo sul finale, come se gli autori, catturata l’attenzione del destinatar­io, Minacciata Ilaria Cucchi, 44 anni, in una foto scattata all’esterno della Procura romana. La sorella del geometra Stefano, morto il 22 ottobre 2009 a Roma, è madre di due figli se ne servissero per vibrare il colpo peggiore.

In qualche caso il veleno raggiunge anche chi, come Alessio Cremonini, autore di «Sulla mia pelle» si è sforzato di raccontare un fatto di cronaca: «Sulla pelle dei poveri diavoli — posta tale Mauro Maistro — che hanno avuto la sfiga di incrociart­i loro malgrado ci fanno i soldi sorella e parenti, avvocato e regista... la celebrazio­ne di una persona che valeva poco da vivo e che morto è diventato un affarone». Ed è di un carabinier­e lo sfogo, anche questo via social, contro i Cucchi: «Dispiace un’unica cosa, ovvero che la stessa caparbietà che (Ilaria, ndr) ha dimostrato nella ricerca dei colpevoli non l’ha sfoderata quando c’era da aiutare Stefano». Ilaria Cucchi, ammette di essere turbata: «Ho paura per me e per i miei figli e per i miei genitori».

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