«Prescrizione, lo stop c’è»
Bonafede: c’è l’impegno sul nuovo processo penale, ma nessun collegamento tecnico
«Il differimento della legge al 2020 l’ho proposto io, dopo aver ascoltato gli addetti ai lavori» dice al Corriere il ministro pentastellato Alfonso Bonafede. «Come avevamo promesso nel contratto la prescrizione entrerà nell’ordinamento insieme a un numero di assunzioni per la giustizia che non ha precedenti».
ROMA Soddisfatto o deluso? «Sono assolutamente soddisfatto».
La sua riforma della prescrizione ha fatto il pieno di critiche. Non è un bluff? Un assegno postdatato? Un accordicchio?
«No, sono felice — assicura il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede —. Il differimento della legge al 2020 l’ho proposto io, dopo aver ascoltato gli addetti ai lavori. Come avevamo promesso nel contratto la prescrizione entrerà nell’ordinamento insieme a un numero di assunzioni per la giustizia che non ha precedenti. Per spendere i 500 milioni stanziati nella manovra, un anno ci vuole».
Perché allora state litigando con la Lega sui tempi? Perché Giulia Bongiorno è convinta di aver disinnescato la «bomba atomica»?
«Il ministro Bongiorno è un'interlocutrice preziosa. L’accordo politico prevede che approfittiamo di questo anno anche per scrivere la riforma del processo penale. Il governo avrà la delega dal Parlamento con scadenza 2019 e io sono orgoglioso, perché la delega toccherà a me e scriverò la riforma ascoltando gli addetti ai lavori».
Per la Lega lo stop alla prescrizione non scatta senza riforma del processo penale, per il M5S entra in vigore comunque. Sarà braccio di ferro tra Salvini e Di Maio?
«Nessun braccio di ferro, Salvini ha detto che il governo mantiene gli impegni e io confermo che l’accordo politico unisce le due cose. Ma tecnicamente,
nella riforma rivoluzionaria che abbiamo chiamato spazzacorrotti non c’è scritto che la prescrizione è condizionata all’entrata in vigore del processo penale». È sicuro di aver spazzato via tutti i dubbi?
«Il collegamento nella legge non c’è, ma c’è nell’accordo politico. Questo non vuole dire che io non voglio fare la riforma del processo penale, vuol dire che la nuova norma sulla prescrizione entra in vigore a gennaio 2020».
E se cade il governo? Se Salvini diventa premier e trova i voti per cancellare la riforma
della prescrizione?
«Questo interrogativo può accompagnare l’iter di qualsiasi legge. Ma è un'ipotesi che non voglio prendere in considerazione, anche perché è smentita dall’accordo di governo. E poi l'eventuale futura maggioranza si troverebbe costretta ad abrogare la legge, la cui efficacia è prevista da gennaio 2020».
Se anche i 5 Stelle Colletti e Morra parlano di «errore», è perché ha vinto la Lega?
«Ha vinto ogni cittadino che vuole una giustizia veloce e senza impuniti. La battaglia contro la prescrizione appartiene al M5S da sempre e se dopo
il primo grado non c’è più prescrizione per nessun reato, abbiamo realizzato il famoso “basta impuniti”».
Per il giudice Davigo gli effetti si vedranno fra sei o sette anni, o addirittura quando lui sarà morto.
«Rispetto la sua opinione, ma non condivido questo timore. E siccome gli auguro di vivere cent’anni, immagino che il differimento di un anno non comporterà nulla. Grazie alla tagliola della prescrizione, chiunque commetterà un reato non potrà sottrarsi alla giustizia confidando in un’isola di impunità. Da quando la norma comincerà
a produrre i suoi effetti, le prime sentenze di primo grado si avranno dopo due o tre anni e non dopo sei, o sette».
Dal M5S filtra il sospetto che Salvini stia dando una mano agli amici Rixi e Molinari, che hanno inchieste in corso. È così?
«Non esiste, il M5S non ha mai fatto una cosa del genere. La riforma non è retroattiva e non si scrivono le leggi sulle base di sospetti infondati. Riccardo Molinari è stato uno degli interlocutori con cui abbiamo trovato l’accordo».
Le opposizioni protestano, in commissione alla Camera si è sfiorata la rissa.
«Se il Pd si lamenta e FI occupa i banchi del governo, abbiamo smascherato il partito del Nazareno».
Se la sindaca Raggi sarà condannata si dimetterà, aprendo il varco verso il Campidoglio a un leghista?
«Come Guardasigilli ed essendoci un processo alle battute finali, per rispetto della magistratura e delle persone coinvolte non esprimo valutazioni, nemmeno politiche».
La Lega continua a erodere i vostri consensi. C’è il rischio che il governo salti?
«Assolutamente no. Parliamo di due forze completamente differenti tra loro, ma il governo è compatto e sta rispettando il contratto. Basti pensare ai progetti che ho portato avanti in cinque mesi, dalla class action alla riforma del processo civile, dal diritto fallimentare alle intercettazioni, fino alla correzione dello svuotacarceri».
d Per Davigo la riforma avrà effetti che lui sarà già morto? Gli auguro di vivere cent’anni, ma non dovrà aspettare così tanto...
d Nessun
ritardo in favore dei leghisti sotto inchiesta Tra loro c’è Molinari, tra quelli con cui si è trovato l’accordo