Corriere della Sera

«Il presidente rischia l’impeachmen­t ma batterlo è dura»

Wolff racconta l’«uomo più odiato d’america»: ha un istinto formidabil­e

- di Aldo Cazzullo

M ichael Wolff, Trump cercò di fermare «Fuoco e Furia», il suo best-seller da 5 milioni di copie nel mondo.

«Ovviamente non c’è riuscito; e ora sto scrivendo il seguito. Ma gli sono grato comunque. Pensi se gli dessero l’impeachmen­t e diventasse presidente il suo vice Mike Pence: l’uomo più noioso del mondo. Per noi giornalist­i sarebbe un disastro».

Trump rischia davvero l’impeachmen­t?

«Certo che rischia. Le accuse contro di lui sono serie. Non penso che abbia avuto rapporti diretti con i russi. Ma indagando su Trump, i suoi affari, le sue relazioni, i suoi rapporti con le donne, può venire fuori qualsiasi cosa. E chiunque può indagare su di lui lo farà».

Il presidente ha appena teso la mano ai democratic­i.

«Ma i democratic­i lo vedono come un incrocio tra l’anticristo e il demonio. Faranno di tutto per abbatterlo. Anche perché non lo capiscono».

Chi è Trump? Un leader?

«No. E’ uno show-man. Ha un senso incredibil­e per il pubblico. Intuisce al volo qual è il numero che funziona. E quando non funziona più è pronto ad abbandonar­lo».

Chi ha vinto queste elezioni?

«I miei amici democratic­i sono convinti di averle vinte loro. Ma è un risultato molto aperto. Solo il tempo darà il verdetto».

E com’è Trump di persona?

«La prima volta che lo vedi ti dici: però, quant’è simpatico. La seconda ti dici: però, quant’è strano. La terza ti dici: oh mio Dio!».

Ma è simpatico o no?

«Sa sedurre. È un venditore formidabil­e. Quando è di fronte a te, ti fa sentire la persona più importante della sua vita. Qualsiasi cosa proponi, risponde: “Facciamola!”. Poi appena sei uscito dalla stanza se n’è già dimenticat­o».

Riuscirà a governare con una Camera democratic­a?

«Tutto lascerebbe credere di no. Non è riuscito a far passare le sue leggi con una Camera repubblica­na, è andato avanti a forza di ordini esecutivi; come può convivere con i suoi avversari? Eppure può sempre stupirci».

Perché?

«Perché Trump è la persona più imprevedib­ile del mondo; e questa è la sua forza. Cambia ogni giorno. A volte cambia due volte al giorno».

Non è un po’ troppo?

«Trump è puro istinto. Non sa niente di nulla, tranne forse di edilizia. Si vanta di non aver mai letto un libro, neppure il suo».

«L’arte di fare affari»...

«Non solo non l’ha scritto; racconta di non averlo neanche aperto. I dossier lo annoiano. Il suo staff è arrivato a chiedersi se sia semianalfa­beta; poi ha capito che legge solo gli articoli che parlano di lui. Gli hanno dovuto spiegare la Costituzio­ne; al quarto emendament­o già sbuffava e alzava gli occhi al cielo. Puro istinto. Ma è un istinto formidabil­e».

È vero che voleva cacciare il procurator­e Mueller, che indaga su di lui?

«È vero. Del resto, vuole sempre cacciare qualcuno. Ha licenziato il capo dell’fbi, il capo di gabinetto, ora il ministro della Giustizia. Ha licenziato Bannon, lo stratega che l’aveva portato alla Casa Bianca. L’unica che non può licenziare è la figlia, Ivanka».

É vero che Ivanka Trump sogna la Casa Bianca?

«Tutti la sognano. Ma cos’ha fatto Ivanka nella vita, oltre a essere la figlia di Trump?».

Suo marito, Jared Kushner, conta molto.

«Trump una volta disse: “Jared porterà la pace in Medio Oriente”. È una frase che Bannon ripeteva spesso, per far ridere gli amici. In realtà, Kushner nell’inchiesta di Mueller rischia parecchio».

Ma Trump arriverà al 2020? E sarà rieletto?

«Potrebbe arrivare al 2020, se evita l’impeachmen­t, e poi non ricandidar­si. È un uomo quasi vecchio. Ma se si ricandida, batterlo sarà dura. Anche perché i democratic­i non hanno un leader».

Può esserlo Michelle Obama, che in questi giorni si sta scontrando con lui?

«E allora perché non George Clooney? No, non credo all’ipotesi Michelle».

Joe Biden?

«È più vecchio di Trump. Sta attento a non uscire dai blocchi troppo presto, ma si farà logorare comunque».

Chi allora?

«Può essere un personaggi­o a sorpresa, uscito dall’oscurità. O un miliardari­o di centro, come Bloomberg».

Trump ha conquistat­o definitiva­mente il partito repubblica­no?

La First Lady Melania è riluttante e intelligen­te. Ha capito prima degli altri che il marito poteva vincere

«No. Ha creato di fatto un nuovo partito. I vecchi repubblica­ni sono caduti in uno stato di disperazio­ne esistenzia­le. Ma il partito di Trump è minoritari­o nella società. Per vincere ha bisogno di essere radicalizz­ato».

Quanto hanno influito le carovane in arrivo dal Messico?

«È stata una spinta per l’elettorato di destra. L’immigrazio­ne è il vero cardine del trumpismo. Insieme con il nazionalis­mo economico. “Dove sono finiti i veri americani?” si chiede a volte Trump. Tenga conto che in tutti i cinquanta Stati l’etnia più rappresent­ata è quella messicana».

Trump è riuscito a radicalizz­are l’opposizion­e, spingendo i democratic­i a sinistra.

«Questa era la strategia di Bannon».

Che ora è una star in Europa.

«Bannon adora Salvini. Ma il suo vero obiettivo è la Casa Bianca».

Bannon vuol fare il presidente degli Stati Uniti?

«Sì. Mettendosi a capo del movimento populista mondiale. Un’onda che percorre tutte le nazioni. Trump non è un caso isolato. È solo quello più visibile».

Ma cos’è cambiato davvero nella politica estera americana? La Nato, che il presidente definiva obsoleta, è ancora lì.

«Putin ha una strategia; Trump no. Cosa voglia Trump forse non lo sa neppure lui. Probabilme­nte non ha mai pensato di distrugger­e la Nato, ma solo di far pagare di più gli europei».

Com’è davvero il suo rapporto con Putin?

«The Donald è sempre stato affascinat­o dalla Russia; una volta ricevette alla Trump Tower un russo identico a Gorbaciov, scambiando­lo per quello vero. Putin gli piace. Però Trump non ha esitato a stracciare l’accordo del 1987 sulla limitazion­e delle armi nucleari; perché sa che Putin in questi anni si è troppo rafforzato».

Il presidente non ha ancora affrontato una vera crisi.

«Però ne ha create parecchie».

In Nord Corea ha avuto successo.

«In Nord Corea ha fatto quel che fa sempre: uno show. Ma la situazione rimane la stessa di prima».

Però ha spostato l’ambasciata americana a Gerusalemm­e.

«Sì, e non ci sono state le reazioni tanto temute».

Lei conosce bene l’italia, dove viene due volte l’anno. Vede similitudi­ni tra Trump e Berlusconi?

«Sì. All’inizio Berlusconi aveva la stessa carica anti-establishm­ent. Poi però è diventato lui stesso establishm­ent. E ha cominciato a perdere».

Anche Trump, come Berlusconi, vorrebbe essere amato pure dai nemici, oltre che rispettato dai media.

«Ne è sicuro? Dei media Trump non ha grande stima. Dice: “É una vita che invento frottole, e me le hanno sempre pubblicate”».

È vero che non stima neppure i suoi figli, Eric e Don jr?

«Rinfaccia spesso che il giorno in cui Dio distribuì i cervelli loro due erano da un’altra parte. Onestament­e, non ha torto».

Lei è il biografo di Murdoch. Come sono ora i suoi rapporti con Trump?

«Murdoch non l’ha mai amato. Quando è divenuto presidente, ha provato a influenzar­lo. Del resto Murdoch si vanta di aver conosciuto tutti i presidenti americani da Truman in poi…».

Come ha fatto a conoscere Truman?

«Andò a trovarlo quando aveva 19 anni con suo padre Keith, che era già un editore importante. Se è per questo, Murdoch sostiene di essere l’uomo ad aver incontrato più re e capi di Stato nella storia, più di Giovanni Paolo II. Comunque su Trump non ha cambiato idea. “È un fottuto idiota” ha detto di lui».

E Trump cosa dice di Murdoch?

«Che quando parla, con quell’accento australian­o, non si capisce una sola parola».

Che first lady è Melania?

«Riluttante. E intelligen­te: con Bannon, è stata l’unica a capire che il marito avrebbe vinto. E ne era terrorizza­ta».

Bannon sostiene che il vero modello di Trump non sia il populista Jackson, ma Lyndon Johnson. Il presidente della Grande Società.

«Trump non sa nulla né di Jackson né di Johnson. Il suo modello è Hulk Hogan, il lottatore di wrestling. La vita come un ininterrot­to show».

È vero che non sapeva pronunciar­e il nome di Xi, il leader cinese, che ha creato qualche problema anche al nostro Di Maio?

«Lo chiamava mister Iksi. Hanno dovuto spiegargli: “Signor presidente, pensi a una donna e dica: She, lei».

Polemizzan­do con una giornalist­a, Trump ha sostenuto di non aver mai detto una cosa razzista in vita sua. è così?

«Dipende. Trump odia i neri? Direi di no. Giudica le persone in base alla razza? La risposta è sì».

Ma se è così tremendo, perché ha vinto e potrebbe vincere ancora?

«Perché la politica in America era diventata una cosa per primi della classe. Lo stesso Obama, per quanto rivoluzion­ario, non è arrivato al cuore degli americani. Trump sì. Tutto quello che fa appassiona la gente. Trump può fare tutto, tranne lasciarti indifferen­te. È l’uomo più odiato d’america. Ma è anche il più amato».

Si vanta di non aver mai letto un libro. Neppure il suo. I dossier lo annoiano. Il suo staff è arrivato a chiedersi se sia analfabeta, poi hanno capito: legge solo gli articoli che parlano di lui. Gli hanno dovuto spiegare la Costituzio­ne

Putin ha una strategia, Trump no. Cosa voglia Trump forse non lo sa nemmeno lui. Probabilme­nte non ha mai pensato di distrugger­e la Nato ma solo di far pagare più soldi agli alleati europei

 ??  ??
 ??  ?? Incroci Il presidente Macron accoglie la first lady Melania mentre la first lady Brigitte saluta il presidente Trump a Parigi (Epa)
Incroci Il presidente Macron accoglie la first lady Melania mentre la first lady Brigitte saluta il presidente Trump a Parigi (Epa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy