Battuta di caccia: spara con il fucile e uccide l’amico
Pisa, sesta vittima da settembre. Brambilla: «Va introdotto il reato di omicidio venatorio»
PISA Un solo colpo, alla testa, devastante. Non ha avuto neppure il tempo di gridare, Fulvio Ceccanti, 63 anni, pensionato, residente a Bientina (Pisa), sposato con due figli. È morto nel bosco, accanto al suo fucile, mentre i compagni di caccia tentavano inutilmente di rianimarlo. È la sesta vittima durante battute di caccia dall’apertura della stagione venatoria. A sparare è stato un suo caro amico, Luca Fornai, 64 anni, anche lui pensionato, che partecipava insieme alla vittima e a diversi cacciatori a una battuta al cinghiale nelle campagne di Palaia, nel Pisano.
«Ho sparato tre colpi convinto di centrare un cinghiale che avevamo appena stanato», ha raccontato l’uomo disperato e ancora sotto shock ai carabinieri. E invece uno dei pallettoni, calibro 12, ha colpito alla testa l’amico Fulvio. Fornai è stato indagato per omicidio colposo, anche se non si esclude che il proiettile abbia raggiunto la vittima di rimbalzo, assumendo una traiettoria che nessuno poteva prevedere. E intanto, mentre la procura di Pisa e i carabinieri della stazione di Palaia e di San Miniato proseguono le indagini, infuria la polemica. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia) ha chiesto l’intervento di governo e parlamento perché sia approvato al più presto il reato di omicidio venatorio. «Nelle undici stagioni di caccia tra quella 2007/08 e quella 2017/18 ci sono state 217 vittime e 804 feriti», denuncia la parlamentare.
Secondo la deputata, chi spara nelle campagne e nei boschi e colpisce una persona dev’essere punito più severamente di chi commette un «normale» omicidio colposo, proprio perché il cacciatore tiene legittimamente in mano un’arma letale, cioè ha una responsabilità in più. «È lo stesso principio del reato di omicidio stradale e la pena base che vorrei applicare è identica: da 2 a 7 anni di reclusione», sottolinea la parlamentare. Michela Brambilla chiede inoltre di fermare immediatamente la caccia per motivi ambientali e meteorologici. «Con le eccezionali condizioni di maltempo — spiega — molti ecosistemi sono già in ginocchio, senza bisogno dei cacciatori. Il nostro obiettivo a medio-lungo termine è di abolire del tutto la caccia, ma intanto facciamo qualcosa subito. Ho anche presentato in parlamento un altro provvedimento per istituire il silenzio venatorio il sabato e la domenica, per tutelare chi nei boschi e in campagna va per godersi la natura e non per distruggerla, e alcune misure restrittive. È troppo pericoloso».
La Lega anti vivisezione, intanto, ha aperto una raccolta firme per l’abolizione della caccia e sta organizzando altre iniziative. «Dopo le prime morti di quest’anno — dice Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav — il ministro dell’ambiente, Sergio Costa, aveva chiesto lo stop della caccia la domenica, ma purtroppo fino a questo momento nessuna Regione gli ha dato ascolto».