Corriere della Sera

La festa e le mille telefonate dei big Il padre: ora tutti amici di Virginia

Era pronto anche il post dell’addio. Colazione in famiglia, l’attesa snervante, poi la sentenza

- Andrea Arzilli Fabrizio Caccia

«Adesso tutti pronti a saltare di nuovo sul carro del vincitore, tutti di nuovo amici di Virginia, tutti contenti dell’assoluzion­e. Ma fino a ieri quante frecciatin­e... E quanta tensione, quanta sofferenza invece per noi...». Lorenzo Raggi, il papà della sindaca di Roma, si sfoga al telefono con un suo vecchio amico della Borgata Ottavia. Ha appena sentito la figlia dal tribunale: «Ora è tutto a posto, siamo felici», si lascia andare finalmente l’ingegner Lorenzo. Lui non lo dice apertament­e, ma si capisce che in casa Raggi certi richiami al rigore, inviati dai vertici del movimento il giorno prima, non sono piaciuti granché.

Notte agitata per la sindaca, quella della vigilia, passata a leggere e rileggere i due post concordati con lo staff per ogni evenienza: assoluzion­e o condanna. In caso di condanna, si sarebbe dimessa. Ma poi, ecco, il grande sollievo e l’esplosione di gioia nella festa improvvisa­ta alle cinque della sera nella Sala degli Arazzi in Campidogli­o, una volta rientrata dal tribunale: «Vado avanti a testa alta — dice ai microfoni del Tg1 del neodiretto­re Giuseppe Carboni —. Ora mi aspettano altri tre anni di duro lavoro, per il bene di questa città che amo».

Tanti fiori e biglietti per lei, impegnata a rispondere a mille telefonate: innanzitut­to quelle dei big del Movimento, dal leader Luigi Di Maio a Beppe Grillo. E poi i ministri Toninelli, Bonafede, Fraccaro. La chiama, inaspettat­o, Matteo Renzi. Matteo Salvini, invece, le invia un affettuoso sms: «Con lui mi sfiderò tutti i giorni sul campo», avverte però la prima cittadina, già pronta dunque alla sfida con la Lega per la Capitale nel 2021.

Il suo giorno più lungo è cominciato presto. Con le presenze più care, volute intorno a sé, nella casa di Ottavia: il figliolett­o Matteo, il marito Andrea Severini e il cane trovatello che si chiama Puffo. Colazione tutti insieme, poi alle 10.30 arrivano le due auto di scorta e la sindaca si avvia verso piazzale Clodio, schivando i giornalist­i sotto casa.

Trench beige con cintura strizzata in vita, occhiali neri inforcati e, sul volto, un sorriso tirato che racconta lo sforzo di dominare l’enorme tensione. Il tragitto a bordo della Peugeot bianca elettrica lo passa sul sedile posteriore col cellulare in mano: Virginia Raggi scrolla le chat e risponde ai messaggi. Fa ingresso in tribunale verso le 11, scortata da consiglier­i comunali e presidenti di municipio grillini, zitti e attenti a non tradire emozioni davanti al bosco di telecamere. Quattro ore di attesa snervante, poi tutto cambia. L’atmosfera si ribalta. Lei comunque aveva già deciso: dimissioni, in caso di condanna. E invece no: «È stato come se ora l’avessero rieletta, questa

I due Matteo Salvini manda un sms, Renzi chiama. Come fanno Grillo, Di Maio e tutti i ministri 5 stelle

sentenza oggi vale per noi come se avessimo vinto le elezioni americane di midterm», confida un membro dello staff in preda all’euforia. E la battuta fa subito il giro dei consiglier­i. Sui social, intanto, si scatena il popolo dei meetup: insulti contro i media, soprattutt­o. Il post di Virginia con cui lei annuncia «Assolta» registra 9mila commenti e 18mila condivisio­ni in poche ore. Martedì, dopo il consiglio comunale, ci sarà il brindisi ufficiale in Campidogli­o. Intanto, però, il giorno più lungo è passato. Alle sette di sera il marito Andrea torna a casa col piccolo Matteo che è andato a riprendere dai nonni. C’è anche il cane Puffo con loro. «Siamo tutti contenti — dice Andrea ai giornalist­i —. Lo siete anche voi, non è vero?».

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Da candidata Virginia Raggi nel giugno 2016 al voto per le Comunali La vittoria Virginia Raggi trionfa al ballottagg­io contro Roberto Giachetti: è la sindaca M5S di Roma
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L’inchiesta La sindaca Cinque Stelle indagata nel gennaio 2017: dopo quasi due anni ieri l’assoluzion­e
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Sul tetto Le polemiche Nei primi mesi la sua giunta è sotto pressione per ritardi e problemi sulle nomine Virginia Raggi a fine settembre 2016 con Salvatore RomeoLe indaginiA gennaio 2017 Raggi è indagata per falso per la nomina di Renato Marra

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