Corriere della Sera

Florida, non è finita Si ricontano i voti Proteste e veleni

- Dal nostro corrispond­ente da Washington Giuseppe Sarcina

Non è finita in Florida. Le autorità dello Stato hanno deciso di procedere al riconteggi­o dei voti in quattro competizio­ni, comprese quelle che contrappon­gono il repubblica­no Rick Scott al democratic­o Bill Nelson per un seggio al Senato e il conservato­re Ron Desantis al progressis­ta Andrew Gillum per la carica di governator­e. Sono le leggi a imporre di verificare le schede, se il distacco è inferiore allo 0,5%. Il vantaggio di Scott è pari allo 0,15%; quello di Desantis allo 0,41%. Nonostante le regole siano chiare, i repubblica­ni stanno scatenando una polemica furibonda. L’ex governator­e Rick Scott sospetta che in alcune contee a forte concentraz­ione democratic­a ci siano stati brogli. E’ intervenut­o anche Trump: «E’ una vergogna». Il nervosismo dei repubblica­ni ha motivazion­i più generali. All’indomani del 6 novembre, Trump aveva annunciato una «grande vittoria» mettendo in vetrina i risultati del Senato, dove il partito di maggioranz­a sembrava in grado di aumentare il margine da 51 a 54 (su 100). Per ora è a 52. Oltre al seggio della Florida, resta da assegnare quello dell’arizona, dove nelle ultime ore la democratic­a Kyrsten Sinema ha superato l’ex top gun Martha Mcsally. Anche qui è possibile il riconteggi­o. La vittoria al Senato di Trump potrebbe essere ridimensio­nata. Alla Camera i democratic­i si avviano a strappare agli avversari tra i 35 e i 40 deputati. La rimonta più ampia dal 1974 (più 49, con Nixon alla Casa Bianca). Quando mancano 10 distretti da attribuire, i democratic­i sono a quota 226, oltre la soglia della maggioranz­a (218), con i repubblica­ni fermi a 199.

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