Dopo le sanzioni Usa all’iran serve uno Swift europeo
Dopo l’entrata in vigore delle sanzioni contro l’iran, Washington ha autorizzato l’italia, con altri Paesi, a importare petrolio iraniano ancora per qualche mese, allo scopo di evitare un'eccessiva impennata dei prezzi sui mercati internazionali. Ma il governo italiano se ne compiace e attribuisce questo «regalo» ai suoi buoni rapporti con la Casa Bianca. Peccato che, accettandolo di buon grado, il governo sovranista, sempre ostile agli editti di Bruxelles, riconosca agli Stati Uniti il diritto di gestire a suo piacimento le relazioni commerciali dell’unione Europea con l’iran. Non è la prima volta. Due studiosi americani, Henry J. Farrell e Abraham L. Newman, ci hanno ricordato sul New York Times del 2 novembre che esiste in Belgio dal 1973 una «Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali». Swift (il suo acronimo inglese) è una sorta di ufficio postale globale. Grazie ai suoi servizi e alle sue garanzie, il mondo può fare affari e scambiare denaro in un contesto sicuro. Gli Stati Uniti usano Swift per le loro transazioni, ma si servono della loro autorità per impedirle di offrire gli stessi servizi a Paesi colpiti da sanzioni di cui sono stati promotori. Così hanno fatto negli scorsi giorni per l’iran e Swift si è immediatamente adeguata al diktat americano. Steven Mnuchin, Segretario americano del Tesoro, ha scritto sul Financial Times del 5 novembre: «Il Dipartimento del Tesoro applicherà severamente le nostre sanzioni. Non tollereremo che aziende o altri enti cerchino di aggirare le nostre azioni. Li riterremo complici del tentativo di finanziare le perniciose ambizioni di Teheran». Il governo americano dichiara che queste misure sono state prese per imporre all’iran di rinunciare ai suoi missili con un accordo più rigoroso di quello firmato a Vienna nel luglio del 2015, durante la presidenza di Barack Obama, dai cinque membri permanenti dell’onu (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti) e dalla Germania. Ma in realtà sembra soprattutto volere che un Iran affamato scenda in piazza e provochi la caduta del governo di Teheran.
Il messaggio di Mnuchin è particolarmente indirizzato ai tre
Difficoltà
Non sarà facile trovare un Paese pronto ad ospitare lo Special Purpose Vehicle (e a sfidare la collera Usa)
Paesi europei che hanno firmato l’accordo nucleare con l’iran e a Federica Mogherini, alto rappresentante dell’unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Con l’aiuto di alcuni consiglieri Mogherini cerca di creare un veicolo europeo (Special Purpose Vehicle, SPV) per le transazioni finanziarie, che funzionerebbe come camera di compensazione e non sarebbe, come Swift, soggetto alle pressioni americane. Sembra di capire che la maggiore difficoltà, tuttavia, sia rappresentata dalla ricerca del Paese in cui questa nuova istituzione europea verrebbe alloggiata. Non sarà facile probabilmente trovare un Paese disposto a sfidare la collera del Tesoro Americano. Ma è ancora più pericoloso permettere che la politica commerciale della Unione Europea venga scritta a Washington.