Nel letto d’ospedale coperta di formiche
Napoli, il video girato al San Giovanni Bosco. La donna 71enne non può muoversi. Aperte due inchieste
Le immagini del video, NAPOLI diventato in Rete ormai virale, fanno insieme orrore e schifo: c’è una donna stesa in un letto d’ospedale, piena di tubi e fili che l’aiutano a vivere e con un esercito di formiche che le cammina addosso. Non è un ospedale da campo in zona di guerra o di alluvione ma una corsia del San Giovanni Bosco di Napoli, e quegli animali non si sa da dove siano arrivati, forse da una crepa nel muro, forse da un servizio di pulizia scadente e occasionale.
«L’altro giorno certamente non c’erano», assicura il direttore sanitario Giuseppe Matarazzo, ma non significa nulla, perché c’erano ieri, e quella povera donna non era in condizioni fisiche nemmeno di chiedere aiuto.
Se le è tenute addosso finché questa storia è venuta fuori, finché il video girato da una parente di un’altra ricoverata (che non si sa se abbia segnalato o meno la situazione al personale di turno) è finito nelle mani del consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che ha sollevato lo scandalo e allora si è corsi ai ripari.
Tutti i pazienti di quella corsia sono stati trasferiti altrove e la stanza è stata bonificata. La ministra della Salute Giulia Grillo ha inviato i carabinieri del Nas, e al San Giovani Bosco sono arrivati anche i dirigenti della sanità regionale, incaricati dal governatore Vincenzo De Luca di seguire la vicenda, e gli ispettori della Asl Napoli 1. Quindi ora partiranno due inchieste: una mirata ad accertare responsabilità penali e l’altra amministrativa, che potrebbe avere conseguenze per qualcuno all’interno dell’ospedale.
Ovviamente la politica, stavolta soprattutto quella targata 5 Stelle, si scatena con accuse e richieste di dimissioni, ma ciò che colpisce è la reazione dei parenti della donna vittima di quello scempio. Lei è una cingalese di 71 anni, che in poco tempo ha subito un intervento di cardiochirurgia e poi è stata colpita da un grave evento neurologico. Ora sa di non avere più molto tempo e vorrebbe solo tornare in Sri Lanka. E i suoi familiari sono grati al San Giovanni Bosco, dove ritengono di aver ricevuto un trattamento profondamente umano, quindi non sporgeranno alcuna denuncia.
Vorrebbero solo trovare un medico che accompagni la donna nel suo Paese, perché da sola, o comunque senza una assistenza specializzata, nessuna compagnia aerea la accetterà a bordo.