Notte da ricchi
Ronaldo deciso a togliersi un sassolino Allegri: «Sulla Juve già sento cose sbagliate»
Allegri
È bastato un passo falso con il Manchester United per fare ragionamenti che non mi piacciono
La sua prima notte a San Siro fu un po’ surreale, perché il 27 agosto 2002 in curva gli striscioni recitavano «Ronaldo fenomeno... da baraccone» e «Prisco l’esempio, Ronaldo lo scempio». Si parlava solo dell’addio imminente all’inter da parte del campione del mondo brasiliano, mentre un 17enne lungo e secco di nome Cristiano (che oggi con 31 milioni di ingaggio e 100 di cartellino è il più pagato della serie A) sedeva in panchina, assistendo all’eliminazione della sua squadra dal preliminare di Champions.
A Milano, Ronaldo il portoghese, ci sarebbe tornato altre cinque volte. E l’ultima, il 28 maggio 2016, ha alzato la Champions col Real, dopo aver segnato l’ultimo rigore contro l’atletico in una partita giocata in condizione fisica precaria. È quello l’unico gol di CR7 a San Siro, dove per il resto non ha mai segnato e nemmeno vinto: due sconfitte col Milan, con un certo Gattuso a mordergli le caviglie, e due pareggi, uno coi rossoneri e uno con l’inter.
Non è una maledizione, ma uno di quei sassolini che Cristiano ama togliersi dalla scarpa, come quello del primo gol in Champions con la maglia della Juve, che è arrivato mercoledì contro il Manchester United ed è stato tra i più belli della sua carriera.
Come di qualità è stata anche la partita della Juve, ma «bella e perdente» è un paradosso che Allegri non può accettare: «Mi dà parecchio fastidio. perché poi si ragiona sulle partite vinte, non su quelle belle. Infatti ne abbiamo persa una e già sento un sacco di cose. Ronaldo? Fa gol, la Juve anche, poi se ogni tanto sbagliamo può capitare».
Resta il fatto che nell’ultimo mese i bianconeri hanno faticato a chiudere le partite e con un avversario come il Milan, che proprio negli ultimi minuti ha cementato la sua identità di squadra, servirà qualcosa in più. Che potrebbe anche chiamarsi Mario Mandzukic: il croato dovrebbe rientrare dopo tre settimane di stop per una distorsione alla caviglia. Senza di lui — al centro dell’attacco e spalla prediletta di Ronaldo che parte da sinistra per scambiarsi spesso la posizione — Allegri ha approfondito il lavoro sul 4-4-2 con Cristiano e Dybala più vicini in avanti e sempre attenti a non dare riferimenti.
Con Mandzukic cambia parecchio, tanto che Dybala torna in ballottaggio con Cuadrado. L’argentino nel primo mese ha fatto fatica a incidere, perché col tridente deve lavorare di più e deve farlo lontano dalla porta, da trequartista o largo sulla destra. Ma adesso la sua condizione è decisamente migliorata. E Allegri aspetta risposte non banali: anche in difesa, dove Benatia dovrebbe rimpiazzare a sorpresa Bonucci. Ronaldo invece aspetta San Siro e il pallone giusto. Per quello d’oro invece le votazioni si sono chiuse venerdì: in fondo oggi per CR7 è la prima partita di un nuovo anno. Sarà un giorno di festa?