Hamilton usa le maniere forti, ma è Vettel che paga la multa
Lewis conquista la pole in Brasile ostacolando Sirotkin, il tedesco secondo punito alle verifiche
Per gli inglesi la Fia era Ferrari International Assistance, ma quella sigla ormai è storia. In Brasile le decisioni dei commissari hanno scatenato polemiche a non finire. La pole di Lewis Hamilton, la decima stagionale e l’82ª in carriera, è il frutto di una sua magia e di una sbavatura di Sebastian Vettel all’ultimo tentativo.
Ma il capolavoro del pentacampeón andava annullato per un vizio all’origine: durante le qualifiche per due volte il britannico ha ostacolato, involontariamente, chi gli stava dietro. Passi per il primo episodio su Kimi Raikkonen, ma è inspiegabile come nel secondo su Sergey Sirotkin non sia almeno finito sotto investigazione. Il russo, che stava scaldando le gomme per il giro successivo lanciato e procedeva a velocità elevata, ha dovuto scartarlo bruscamente per evitare l’incidente. Forse era distratto Lewis, probabilmente via radio non lo avevano avvisato, ma non significa nulla. Per aver frenato Carlos Sainz in Austria Vettel era stato punito con -3 posizioni al via, anche se lo spagnolo della Renault lo aveva discolpato.
E allora perché Hamilton no? Il collegio degli steward (composto da Emanuele Pirro, Tim Mayer e Silvia Bellot) ha ritenuto che la sua mossa non abbia rovinato le qualifiche di Sirotkin perché il pilota Pole n. 100 Lewis Hamilton ha regalato alla Mercedes la pole position numero 100 (Getty Images) della Williams in quel momento non stava cercando il tempo. Ma è una sentenza che fa acqua, perché il taglio di strada ha comunque creato un potenziale pericolo. Non ha protestato Sirotkin (potrebbe mai farlo l’ultimo dei rookie, per giunta motorizzato Mercedes, con un futuro più incerto del meteo di San Paolo?) e anzi è stato anche rimproverato da Hamilton: «Non so perché andasse così veloce, ha fatto una mossa priva di rispetto e non necessaria. Tutti sappiamo che dobbiamo mantenere una certa di distanza prima del giro di lancio».
Oggi Vettel proverà a fermarlo, le armi non gli mancano: la SF71H è tornata in forma e lui deve sfruttare il vantaggio di partire con mescole più dure (le gialle contro le Supersoft della Mercedes) per ritardare la sosta. Sempre che non piova.
Il tedesco ha vissuto ore di pathos: sotto inchiesta con l’accusa di aver lasciato il motore acceso durante le verifiche nel Q2 e per aver danneggiato la rampa utilizzata per il peso della monoposto, ne è uscito con una multa salata (25.000 euro) e una reprimenda. La Ferrari ha dimostrato con la telemetria che il suo pilota ha arrestato il V6 ibrido durante il test. Mentre un ex ferrarista, Fernando Alonso, annuncia il ritorno alla 500 Miglia di Indianapolis con la Mclaren nel 2019. Per dimenticare le amarezze della F1.