Il calore dei genitori come cura anti-stress
Ibambini prematuri sono tanti. Ora sopravvivono sempre di più e meglio a una nascita troppo precipitosa, grazie a tecnologie e farmaci che li aiutano a superare gli ostacoli da affrontare nei primi mesi di vita.
Il prossimo obiettivo adesso è migliorare la qualità complessiva delle cure e quindi anche il benessere dei bambini, come spiega Fabio Mosca, presidente Sin e direttore dell’unità di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale DELL’IRCCS Cà Granda: «Abbiamo capito che è indispensabile essere aggressivi nelle terapie quando serve, ma smettere di esserlo appena è possibile. Gli studi scientifici hanno dimostrato per esempio che il dolore provato da neonati è correlato a un incremento dei livelli di stress e questi, a loro volta, inducono modificazioni dell’espressione dei geni con ripercussioni che possono farsi sentire nel lungo termine. I neonati che hanno sofferto nei primi mesi di vita sono più “instabili”, perciò è molto importante ridurne al minimo i disagi».
Come riuscirci? Innanzitutto con la Kangaroo Mother Care, la terapia del canguro durante la quale il piccolo viene messo nudo, col solo pannolino ma adeguatamente contenuto e protetto, pelle a pelle sul petto del genitore: un metodo semplicissimo a costo zero che usa la mamma e il papà come «incubatrici naturali» e che, impiegato già dalle prime ore di vita o comunque appena sia possibile togliere il bimbo dalla cullaincubatrice, migliora l’adattamento del neonato all’esterno regalando tantissimi benefici proprio nei prematuri.
Per esempio, si è dimostrato che può ridurre i danni cerebrali e che ha effetti protettivi sull’accrescimento e sul comportamento, ma perfino sul quoziente intellettivo misurato a vent’anni di distanza; favorire l’interazione con la mamma poi riduce anche le infezioni, i problemi respiratori e la durata della degenza.
L’ultimo studio del gruppo di Mosca, inoltre, ha verificato che la Kangaroo Mother Care, assieme al massaggio e alla stimolazione visiva del bimbo, accelera l’acquisizione della capacità di nutrirsi autonomamente e quindi di essere allattati al seno, oltre che migliorare pure la visione. Non basta: lo stress dei genitori diminuisce, il benessere familiare ci guadagna.
«In passato i genitori venivano considerati quasi d’intralcio nelle terapie intensive neonatali, adesso abbiamo capito che, quando sono coinvolti, sono una risorsa preziosa — sintetizza Mosca —. Spesso la nascita prematura è un evento improvviso, che catapulta mamme e papà in un mondo ipertecnologico che non erano preparati ad affrontare, di fronte a un figlio che non è come si erano immaginati: può scattare il rifiuto. Per questo all’inizio è molto importante il supporto di tutto il team della terapia intensiva e per questo il contatto col bimbo può aiutare a stabilire subito una relazione positiva. Il coinvolgimento dei genitori li aiuta a gestire meglio e con più tranquillità anche il momento della dimissione dall’ospedale, che spesso può essere anticipata proprio grazie a una maggior presenza delle mamme e dei papà in terapia intensiva».
Tutto questo ha un corollario evidente, ovvero la necessità di aprire i reparti per più tempo possibile: secondo i dati Sin, il 94 per cento delle terapie intensive neonatali propone la Kangaroo Mother Care, ma se ci sono limitazioni e restrizioni nei tempi d’accesso l’utilizzo può essere penalizzato non poco.
«L’essenziale è favorire il contatto prolungato del neonato con la mamma, perché in questo modo le condizioni cliniche del piccolo si stabilizzano prima e meglio», conclude Mosca.