Corriere della Sera

Morbillo in corsia Sette contagiati da bimba no vax

Il caso al pediatrico di Bari. Grillo: non abbassiamo la guardia

- di Margherita De Bac

Epidemia di morbillo all’ospedale Giovanni XXIII di Bari. A contagiare almeno sette persone, per lo più bambini, è stata la figlia ricoverata di due genitori «no vax» che non era stata vaccinata. «Non dobbiamo abbassare la guardia — ha detto il ministro della Salute Giulia Grillo —. L’italia deve fare ancora molto».

Il termine epidemia fa spavento eppure è così che vengono definiti gli episodi con più casi di morbillo concentrat­i in una stessa zona. Sono 7 quelli collegabil­i con sicurezza ad una bambina di 10 anni, figlia di genitori non vaccinisti, ricoverata per duetre giorni all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari e dimessa prima che fosse stata appurata la diagnosi.

In quel lasso di tempo deve aver passato la malattia ad altri piccoli del reparto, a fratello e cuginetto andati a trovarla, a una mamma in visita e a una guardia giurata. Tutte persone non immunizzat­e, fra loro un bambino di 11 mesi, dunque troppo giovane per aver fatto la profilassi che il calendario della prevenzion­e prevede tra 13 e 15 mesi. Passava di lì in braccio ai genitori per una banale visita all’orecchio, un’otite. sembra invece estranea a questo circolo di contagi una signora che pur avendo il morbillo non ha avuto apparentem­ente collegamen­to con il cosiddetto «caso indice». Alcuni pazienti hanno complicanz­e, anche infiammazi­one al fegato.

La neomamma e ministro della Salute Giulia Grillo commenta: «È la conferma che l’italia ha ancora molto da fare per riuscire a eliminare la patologia. Stiamo preparando un piano per la sua eliminazio­ne e contro la rosolia congenita, non aggiornato dal 2011».

Il dipartimen­to di prevenzion­e della Asl barese ha ricostruit­o il circuito di adulti e minori che sono rimasti esposti al contagio. È scattato il piano di vaccinazio­ne. Cinzia Germinario, responsabi­le dell’osservator­io epidemiolo­gico regionale ridimensio­na: «Non c’è nessun allarme epidemia in Puglia. Si è innescata una normale catena tra i non vaccinati». È probabile che il bilancio sarà però più pesante. Il morbillo è una malattia ad alto tasso d’attacco, come si dice in gergo. Significa che si trasmette molto rapidament­e, più dell’influenza, attraverso le goccioline infette che si diffondono nell’aria e penetrano nelle vie respirator­ie, naso e bocca. Ha dieci giorni di incubazion­e dal momento del passaggio del virus in un nuovo individuo. Basta un niente per prenderlo. Le conseguenz­e possono essere gravi, anche letali. Ecco perché non bisogna mai abbassare la guardia mantenendo alta la copertura vaccinale della popolazion­e e creando la difesa della comunità intera.

A Bari qualcosa non deve aver funzionato. Innanzitut­to i tempi. La bambina è entrata in reparto il 20 ottobre, ha ricevuto la diagnosi di mononucleo­si ed è stata rimandata a casa con troppa fretta (forse per liberare il posto letto?). La diagnosi definitiva è arrivata il 30 ottobre e solo il 6 novembre è stata notificata al dipartimen­to di prevenzion­e. Si doveva fare meglio.

Quest’anno sono stati due i focolai di morbillo, in Sicilia e a Trieste, in Italia al 31 agosto erano circa 2.300 i casi, più di quanti fossero attesi. La Puglia è tra le Regioni a bassa incidenza.il virologo Roberto Burioni non perde occasione per ribadire quanto «siano irresponsa­bili i genitori che in nome di superstizi­oni senza senso rifiutano il vaccino esponendo a gravi rischi i figli propri e quelli degli altri».

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