«Torino è una svolta, Matteo non la ignori Rimandino il reddito per aprire i cantieri»
«Sarebbe meglio rinunciare al reddito di cittadinanza e utilizzare quei 10 miliardi di euro per aprire i cantieri delle grandi opere, di cui questo Paese ha un enorme bisogno». Giovanni Toti, governatore della Liguria, va diritto al punto: «Sfido chiunque in Italia, a parte gli attivisti grillini, a dire che non c’è un’urgenza strade, ponti, ferrovie, da costruire e ristrutturare».
Matteo Salvini dice che bisogna andare avanti sulle grandi opere, ma i suoi alleati di governo invece frenano e in molti casi vorrebbero bloccare i lavori: il leader leghista troverà una via d’uscita?
«La politica sulle infrastrutture dei Cinque Stelle è sbagliata, ma la Lega non può dimenticare che nel suo Dna c’è proprio quella parte di Paese che vuole le grandi opere. Salvini non può ignorare la piazza di Torino né i messaggi chiari arrivati da tutti i suoi governatori che chiedono un grande investimento nelle infrastrutture per modernizzare il Paese, mi auguro che la Lega su questo tenga il punto».
È necessaria l’analisi costi-benefici su tutte le grandi opere voluta dai Cinque Stelle e che ha interrotto i lavori nei cantieri?
«Non è possibile ogni volta fermare tutto e ricominciare da capo, i costi-benefici stanno diventando un modo per bloccare opere già iniziate, per lasciarle a metà, incompiute, ma non è ammissibile in un Paese che invece deve investire in un grande piano di costruzione di opere pubbliche, va speso in pochi anni quello che per 40 anni non è stato speso: l’italia si sta sbriciolando, ponti che crollano, strade e porti da ricostruire, trovatemi un italiano (non grillino) che non voglia infrastrutture più moderne».
Quali sono le opere più urgenti da realizzare?
«Va finita la Tav, completato il Terzo valico, e poi la Gronda di Genova, tutte le Pedemontane, il tunnel del Brennero, la Napoli-bari: siamo in ritardo su tutto, c’è un enorme gap con gli altri Paesi. Non credo che Salvini e la Lega possano ignorare quello che la parte produttiva del Paese chiede da tempo. Penso alla Svizzera, ad esempio: hanno già finito i loro trafori ed erano molto più complicati dei nostri».
E Genova? A che punto siamo con il Ponte Morandi?
«Ecco, se 15 anni fa quando si parlava di Gronda ci si fosse
Le priorità Il nostro Paese si sta sbriciolando. Trovatemi qualcuno (non grillino) che non voglia le opere
occupati delle sue autostrade, forse non saremmo arrivati al crollo del Ponte. Ora siamo in attesa del decreto attuativo: appena la nomina del commissario Bucci sarà esecutiva si potrà cominciare l’iter della ricostruzione. Ma siamo in ritardo, come su tutto il resto. C’è un’urgenza che non si può più prorogare, perciò ai Cinque Stelle chiedo di rimandare il reddito di cittadinanza: sarebbe una scelta più utile per modernizzare l’italia e darebbe lavoro anche a chi invece oggi chiede l’assegno».