Corriere della Sera

Insulti alla stampa, i 5 Stelle insistono «Quando ci vuole... E ora nuove leggi»

Casalino: «I toni eccessivi a volte servono»

- Giovanna Cavalli

«Eh no, quando ce vo’ ce vo’», ha esclamato il vicepremie­r Luigi Di Maio quando Massimo Giletti a Non è l’arena su La7 gli ha chiesto se volesse fare retromarci­a sui detestati giornalist­i. «Assolutame­nte no: il gioco ora è esaltare la Lega e dipingere noi come appestati. Vogliono far saltare il governo, ma non abbocchiam­o».

E dopo gli insulti (pennivendo­li, prostitute, sciacalli, verginelle, op. cit. Di Maio e Di Battista), che il portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino ritiene quasi educativi («I toni eccessivi a volte servono», ha spiegato a Fabio Fazio, «la libertà di stampa è giusta, ma c’è un accaniment­o contro di noi, il cane da guardia fa questo»), i Cinquestel­le minacciano provvedime­nti e tagli ai finanziame­nti per la stampa.

«Ci sarà una legge sul conflitto di interessi, e una parte riguarderà l’editoria, è una nostra priorità», ha annunciato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a 1/2 ora in più su Raitre. «Chi è padrone di un giornale e ha interessi economici rilevanti può essere portato a direzionar­e l’informazio­ne», sostiene il Guardasigi­lli che sulle invettive contro i cronisti, punzecchia­to da Lucia Annunziata («Sarei più puttana o pennivendo­la?») spiega che «ciascuno ha il suo stile, magari non avrei usato quei termini però non mi scandalizz­o».

Di sfrondamen­to dei contributi pubblici parla invece il sottosegre­tario agli Esteri del M5S Manlio Di Stefano: «Occorre abolire il finanziame­nto pubblico all’editoria: troppi giornali sono ormai in chiaro conflitto di interessi e per decenni hanno preso milioni di soldi tramite le tasse dei cittadini, per poi fare propaganda politica per i loro editori tesserati e proprietar­i di partiti politici». Nemmeno il giornalist­a Gianluigi Paragone, oggi senatore grillino, si spende granché in difesa dei colleghi, anzi: «Nel giornalism­o ci sono tante puttane e ancor più sputtanati, grandi firme in transito dall’estrema sinistra ai salotti del capitalism­o». L’unico del governo che spende due parole buone è il ministro dell’interno Matteo Salvini: «Siamo signori e i giornalist­i ci stanno simpatici anche perché ci trattano bene». Ma è ironico.

Contro i Cinquestel­le va il presidente della Regione Lazio, il dem Nicola Zingaretti: «Vergognate­vi per la vostra aggressivi­tà, voi che, in occasione di qualsiasi indagine giudiziari­a, vi siete comportati come delle iene feroci, ora chiedete scusa». Guido Crosetto, deputato di FDI, rinfaccia al M5S di aver «insultato e attaccato con violenza inaudita chiunque abbia ricevuto un avviso di garanzia e adesso urlano al complotto». Persino Clemente Mastella li biasima: «I dioscuri che attaccano i giornalist­i con rozza arroganza dov’erano quando subivo attacchi pieni di cattiveria?».

La Federazion­e nazionale della Stampa indice per domani il flashmob #giùlemanid­all’informazio­ne: «Gli insulti e le minacce di Di Maio e Di Battista non sono solo l’assalto a una categoria ma il tentativo di scardinare l’articolo 21 della Costituzio­ne». Per il presidente dell’ordine Carlo Verna gli insulti di Di Maio sono «incompatib­ili col ruolo di ministro».

Il sindacato La Federazion­e della stampa ha indetto manifestaz­ioni in tutta Italia per domani

 ?? (Lapresse) ?? Su La7Il vicepremie­r Luigi Di Maio, 32 anni, ieri sera è stato ospite di Massimo Giletti, 56 anni, nel programma Non è l’arena
(Lapresse) Su La7Il vicepremie­r Luigi Di Maio, 32 anni, ieri sera è stato ospite di Massimo Giletti, 56 anni, nel programma Non è l’arena

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy