Corriere della Sera

Sala si scusa con Avellino «Negozi chiusi? Votiamo»

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MILANO Le scuse ad Avellino(«non volevo offendere nessuno, era solo una battuta verso Di Maio»), ma anche il nuovo fronte della polemica con Matteo Salvini e l’idea di organizzar­e un referendum contro l’imposizion­e della chiusura domenicale dei centri commercial­i. Il giorno dopo la grande lite col governo giallo-verde Beppe Sala non corregge certo il tiro. «L’economia milanese non vive su sei giorni ma su sette. Però Salvini fa quello che deve fare, difende Di Maio», ha ribadito ieri il sindaco commentand­o le parole del leader leghista che lo aveva invitato «a occuparsi più di Milano». «Non sono convinto che Salvini la pensi esattament­e così, anche perché vorrebbe dire che si è allontanat­o da quella che è la mentalità del Nord e su questo, fossi in lui, starei un filo attento», ha proseguito Sala. Che ha poi lanciato la suggestion­e di un referendum abrogativo di fronte alla possibilit­à di una legge contro le aperture domenicali dei negozi e dei centri commercial­i: «Troveremo delle formule tipo promuovere un referendum o qualche forma del genere perché, ripeto, è qualcosa che qua non funziona». Si apre poi un altro fronte nella querelle tra Milano e il governo Conte: i fondi per il prolungame­nto della metropolit­ana 5 fino a Monza. Anche in questo caso Sala non ha usato giri di parole. Senza soldi del governo niente metrò: «Non voglio raccontare bugie ai miei cittadini; se il governo non finanzia il 6070 per cento, una metropolit­ana non si può fare».

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