«Mai più guerre», ma l’europa è debole
Con un presidente americano poco entusiasta della difesa comune europea e pronto a chiedere semmai più soldi per la Nato, e un leader russo impegnato a ostacolare il processo di integrazione, l’unione Europea è minacciata dalle forze sovraniste all’interno e dalle altre grandi potenze all’esterno.
A sei mesi dalle elezioni europee più importanti degli ultimi decenni, Emmanuel Macron sembra deciso a porsi come il leader che ha la volontà e il coraggio di rispondere. Per questo ha voluto trasformare il centenario del 1918 in una spettacolare celebrazione della sua visione politica.
Da settimane Macron parla del rischio di un ritorno agli anni Trenta, e anche nel discorso di ieri ha voluto sottolineare la continuità tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, denunciando quel «suicidio dell’europa» che nella seconda metà del XX secolo e fino a oggi è stato scongiurato grazie all’unione. La tirata contro il nazionalismo aveva come primo bersaglio Donald Trump, che si trova ormai regolarmente su posizioni opposte rispetto a Parigi (sul clima, il commercio, l’iran e tutto il resto). Ma il secondo obiettivo, ancora più importante, era ribadire le ragioni europeiste di un Macron che si vede come il leader dei «progressisti» contro i nazionalisti che lo sfideranno alle elezioni di maggio, dalla connazionale Marine Le Pen all’ungherese Viktor Orbán all’italiano Matteo Salvini.
Dopo avere ricordato gli orrori della Prima guerra mondiale e di quella successiva, Macron sembra dire ai francesi «scegliete la pace, quindi scegliete me e l’europa». Ovvero, come l’ha definita nel discorso all’arco di Trionfo, questa «unione liberamente consentita mai vista prima nella Storia, che ci ha permesso di farla finita con le nostre guerre civili».
Durante tutto il weekend Macron ha esibito le differenze con Trump, punto di riferimento dei sovranisti mondiali, e si è mostrato continuamente al fianco di Angela Merkel a simboleggiare «i valori della riconciliazione al servizio dell’europa e della pace». Schiacciata tra gli Stati Uniti e la Russia, l’europa versione Macron tenta di organizzare una reazione a partire dal «mai più guerre» del 1918.