Il faccia a faccia smentito, poi l’ammissione
Putin e l’incontro-lampo «in privato» con Trump: è stato un buon colloquio
«Buono». Vladimir Putin ha speso un solo aggettivo per commentare l’incontro lampo con Donald Trump, a margine delle celebrazioni di Parigi per la fine della Prima guerra mondiale. Nessun comunicato ufficiale, invece, dalla Casa Bianca. In un primo momento il Cremlino aveva negato il colloquio tra i due leader: «Si sono solo salutati». Un diplomatico russo ha anche dichiarato che il governo francese aveva chiesto a Putin e Trump di rinunciare al bilaterale per non oscurare la cerimonia.
I due, però, alla fine si sono visti, sia pure rapidamente. L’ultimo faccia a faccia risale al vertice del 16 luglio scorso a Helsinki, memorabile soprattutto per la tumultuosa conferenza stampa congiunta. Da allora i rapporti tra i due Paesi non sono affatto migliorati. Anzi. Il 20 ottobre Trump ha annunciato il ritiro dal Trattato sui missili nucleari a corto e medio raggio, firmato da Ronald Reagan e Michael Gorbaciov l’8 dicembre del 1987. Gli Stati Uniti accusano la controparte di aver «aumentato la quota degli ordigni atomici, violando gli accordi», come si legge in un documento ufficiale firmato dal Segretario alla Difesa James Mattis. E’ molto probabile che Trump e Putin ieri siano partiti da qui, anche se il Cremlino smentisce. Nelle scorse settimane il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton era volato a Mosca per «spiegare la posizione americana», ma anche per capire se ci fossero margini per aprire un negoziato. Prima di ieri le diplomazie mondiali si erano già segnate la date del 29-30 novembre: vertice del G20 a Buenos Aires, quando i capi delle due superpotenze nucleari si vedranno in un summit con una lista di temi concordati. A Parigi, sembra di capire, Trump e Putin avrebbero confermato questo percorso.
Le aree di crisi sono tante. In agosto l’amministrazione di Washington ha bloccato circa la metà delle esportazioni di prodotti tecnologici in Russia, come ulteriore punizione per il tentato omicidio dell’ex spia Sergei Skripal, attribuito ai servizi segreti di Mosca. Il Segretario di Stato Mike Pompeo preme perché non ci siano defezioni nel campo occidentale: vanno confermate le sanzioni in risposta all’annessione della Crimea nel 2014. Il Consiglio europeo deciderà a dicembre.
Ma lo scenario si è ulteriormente complicato, dopo le elezioni di midterm negli Stati Uniti. A partire da gennaio i democratici assumeranno il controllo della Camera dei rappresentanti. Diversi deputati progressisti hanno già fatto sapere di voler rilanciare l’inchiesta sul Russiagate, l’ipotesi di collusione tra il clan Trump e Mosca per danneggiare Hillary Clinton nelle presidenziali 2016.