Corriere della Sera

Roma, meno aiutino e più politica

- di Pierluigi Battista

Sono certo che la lezione non servirà nemmeno stavolta e che l’illusione della scorciatoi­a giudiziari­a, infranta con l’assoluzion­e di Virginia Raggi per un fatto decisament­e più irrilevant­e dell’immondizia che sta sommergend­o Roma, verrà ripercorsa con pari, cieca, sciocca ostinazion­e. È così facile, così comoda, la scorciatoi­a giudiziari­a: ti risparmia la fatica di pensare, di offrire un’alternativ­a credibile. Si chiede l’aiutino della magistratu­ra per evitare di misurarsi seriamente con la dimensione propria della democrazia politica dell’alternanza: prepararsi per convincere gli elettori a votarti la prossima volta, presentars­i con proposte, progetti, misure efficaci. Virginia Raggi non è capace di tenere pulita Roma, di aggiustare le buche che devastano la città, di tenere parchi e giardini puliti e decenti? Invece di dire: ecco come faremo noi se voi ci date fiducia, con quali risorse, in quali tempi, con quali misure concrete, invece di dire questo, si twitta per ammazzare il tempo e si spera ardentemen­te che un giudice faccia in tua vece i lavori che sei incapace di fare. Vuoi l’avversario azzoppato da interventi esterni, non battuto alle elezioni. Ecco perché è più facile la scorciatoi­a giudiziari­a, ecco perché è stata tentata tante volte in passato e qualche volta, con la fine violenta e traumatica della Prima Repubblica, con indubbio successo. Ora invece questo espediente dell’aiutino in tribunale si è rivelato, per fortuna, inefficace. E invece le vicende americane di quest’ultima settimana dovrebbero insegnare a chi si trova in minoranza la strada di una lenta risalita possibile. Non è stata un’onda blu, ma è stata premiata, con la conquista della maggioranz­a della Camera, la strategia faticosa dell’alternativ­a politica a Donald Trump da rafforzare con il consenso elettorale. Poi certo, la tentazione del surrogato giudiziari­o è una droga pesante che assedia gli oppositori di Trump, all’inseguimen­to di improbabil­i Russiagate e di procedure di impeachmen­t per sbarazzars­i di un nemico che nella Casa Bianca gode di un consenso ancora massiccio (i tenebrosi hacker russi, che fine hanno fatto?). Ma invece le elezioni americane dimostrano che si può fare e che il destino degli Stati Uniti è nelle mani di chi in due anni saprà trovare una candidatur­a alternativ­a autorevole e non l’aiutino di giudici e inquisitor­i.

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