Corriere della Sera

INTERVENTI E REPLICHE

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Ddl Pillon, si tutelino anche i figli dei non sposati

Il progetto Pillon è stato contestato da Milano a Palermo (Corriere di ieri). Secondo me bisognereb­be tenere presenti l’art. 30 della Costituzio­ne e la Convenzion­e internazio­nale sui diritti dei minori ratificata nel ‘91. L’art. 30 recita: «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori dal matrimonio...». L’art. 9 della Convenzion­e afferma: «1) Gli Stati Parti alla presente Convenzion­e devono assicurare che il minore non venga separato dai suoi genitori contro la loro volontà...». L’affido congiunto è praticato in molti Paesi dell’unione. bisognereb­be istituire una entità che tuteli i diritti di tutti i minori, compresi i figli delle coppie non sposate che si separano. Le cause di separazion­e e divorzio devono riguardare solo moglie e marito.

Mario Scarbocci

La morte del fratello di Pasolini

In una lettera a Dagospia un lettore scrive che in un articolo del Corriere (3 novembre 1975) di Fabrizio De Santis si poteva leggere che Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo, venne ucciso dai nazisti in Friuli verso la fine della Seconda guerra mondiale. Il lettore sostiene tutt’altro, cioè che Guido Pasolini fu fucilato alla malga di Porzûs da partigiani comunisti. Il responsabi­le dell’assassinio sarebbe stato Mario Toffanin, il Giacca, successiva­mente graziato da Pertini. Il lettore afferma anche che il Corriere non ha mai corretto tale fake new nata ai tempi di Fiengo. Dopo oltre 43 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini e altri 73 anni dalla fine della guerra è possibile sapere quale sia la verità?

Pietro Volpi

Subito dopo l’omicidio di Pier Paolo Pasolini circolaron­o voci inesatte sulla morte di suo fratello. In un altro articolo apparso sul Corriere in quei giorni venne scritto che era stato ucciso dagli jugoslavi. Ma da lungo tempo il nostro giornale ha chiarito che Guido Pasolini, resistente della brigata Osoppo composta da cattolici e azionisti, venne assassinat­o da partigiani comunisti italiani, legati alle forze di Tito, nella strage di Porzûs del febbraio 1945. (Antonio Carioti)

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