Bambini in marcia. Che ci sarà oltre il Muro?
«Il Muro chiudeva tutto l’orizzonte fino a dove arrivava lo sguardo, da una parte e dall’altra. Impossibile dire quanto fosse lungo, forse non aveva né un inizio né una fine. Forse divideva tutto il mondo in due. Chi poteva saperlo?». Con queste parole lo scrittore Francesco D’adamo intende riferirsi al muro tra il Messico e gli Stati Uniti, che Trump vorrebbe completare.
Il libro che parla della barriera si intitola Il Muro (DEA Planeta) e vuole spiegare agli adolescenti le ingiustizie del presente. C’è una intrepida ragazzina, Teresa, che parte sul Tren de la muerte per andare al di là del muro a cercare la sorella maggiore di cui non ha saputo più nulla. Sua nonna, che in vita era uno sciamano, la protegge diverse volte nell’avventura. Nessuno è mai tornato indietro dopo aver superato il muro, al di là del quale tutti credono ci sia Il «Paradiso». Sul tetto del treno Teresa conosce Pato, un bimbo di 6 anni convinto che al di là del muro ci sia Batman: vuole chiedergli di salvare il suo villaggio. La ragazzina, molto sensibile, non gli toglie questa illusione.
Il Tren è pieno di bambini disperati, i cui genitori hanno pagato gli uomini-sciacallo per condurli fino alla barriera. I bambini vengono maltrattati durante tutto il viaggio. Teresa con Pato salta giù dal treno e nell’immensità del deserto conosce Marquez, che, incantato dai suoi occhi neri, decide di unirsi al gruppetto. A loro si aggrega Coyote. che deve salvare la compagna e i cuccioli, anche loro in qualche modo arrivati al di là della barriera.
Una storia di solidarietà e amicizia. Un’allegoria del mondo di oggi e della paura dell’altro, che, quando cresce, può diventare un ostacolo insormontabile. Ma forse, parafrasando gli Inti-illimani, Los niños unidos jamas seran vencidos (I bambini uniti non saranno mai sconfitti).