«Ho perso per colpa di Ocon, un idiota»
Vince Hamilton, il titolo costruttori alla Mercedes
Il graffito su un monumento, la vernice per sfregiare un’opera d’arte. Se Lewis Hamilton ieri ha vinto la sua decima gara della stagione e ha regalato alla Mercedes il quinto titolo costruttori di fila deve solo ringraziare l’atto vandalico di Esteban Ocon. Al 44° giro il francese ha tolto un successo strameritato a Max Verstappen mandandolo in testacoda nel tentativo di sdoppiarsi.
Fra le facce raggianti della truppa di Toto Wolff e quelle abbacchiate dei ferraristi (il podio di Kimi Raikkonen è poca cosa, Sebastian Vettel è finito su «Chi l’ha visto?») si accende una rissa da pugili algran le bilance delle verifiche. Verstappen si scaglia contro il galletto della Force India. Lo spinge più volte davanti a Valtteri Bottas e al neozelandese Brendon Hartley che restano impassibili. Deve intervenire un tecnico della Federazione per separarli. Sbaglia l’olandese ma è capitato anche a campioni come Michael Schumacher di perdere la testa. Gli steward lo condannano a due giorni di lavori sociali. Dovrà partecipare alle campagne di sicurezza della Fia e recitare il mea culpa. «Ho perso per colpa di un idiota — aveva detto a a caldo il ventunenne della Red Bull — :ho fatto tutto bene, avevo una macchina ma un idiota doppiato mi ha buttato fuori». Il suo team principal, Christian Horner, la mette giù ancora più dura: «È stato fortunato Ocon a cavarsela con una spintarella, un doppiato non può danneggiare in questo modo il leader della corsa».
I commissari hanno affibbiato al francese 10”, una punizione leggera. Lui non chiede scusa, anzi dice che rifarebbe la stessa manovra e spruzza veleno su Max: «Si dovrebbe vergognare, ha cercato di tirarmi un pugno». Ma non spiega il perché di tanta aggressività (in pista) in un confronto assolutamente impari. Lasciamo perdere le teorie del complotto, quelle che sostengono che Ocon in quanto pilota in orbita Mercedes, avrebbe voluto dimostrare la sua fedeltà sperando di giocarsi un sedile nel 2020 (quando scadrà il contratto di Valtteri Bottas). È surreale pensare che la Mercedes possa ragionare in un’ottica del genere, considerando anche che il francesino la prossima stagione, quasi certamente, la vivrà da spettatore. Deve cedere il posto a Lance Stroll, il figlio del miliardario canadese che ha salvato la Force India dal fallimento.
Se sia stato un fallo di frustrazione o una vendetta per vecchie ruggini nate addirittura sui kart, una cosa è certa. Verstappen non lo perdonerà mai. «Sono io il vincitore, di ciò che dice la gente non mi
importa» ripeteva dal secondo gradino del podio. Partiva quinto, ha illuminato la terra di Ayrton, si è divorato Mercedes e Ferrari facendo sembrare semplici sorpassi incredibili. Ha trattato le gomme con i guanti per scappare al galoppo. Non si aspettava di essere disarcionato da un cavalluccio imbizzarrito.
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