Corriere della Sera

Bankitalia lancia l’allarme

Fuga di capitali esteri dai Btp come nel 2012, famiglie più povere con lo spread alto Conte da Juncker, gli chiederà sei mesi di tempo. Moscovici: porte aperte

- Andrea Ducci

Un Paese che si sta impoverend­o. Bankitalia lancia l’allarme spread e ricorda che c’è una fuga di capitali esteri dai Btp come successe nel 2012. Intanto continua il dialogo tra Roma e Bruxelles per trovare convergenz­e sulla manovra. Il premier Giuseppe Conte chiederà al presidente della Commission­e Ue, Jean-claude Juncker, sei mesi di tempo. Segnali distensivi anche dal Commissari­o all’economia, Pierre Moscovici.

ROMA I fattori di rischio sono due e sono ben noti. La principale minaccia per la stabilità finanziari­a dell’italia è costituita dalla bassa crescita dell’economia e dall’elevato debito pubblico. A indicarlo è Bankitalia in un rapporto che implica un giudizio sull’azione di governo degli ultimi mesi e su quanto avvenuto sui mercati. «L’incertezza sull’orientamen­to delle politiche economiche e di bilancio ha determinat­o forti rialzi dei rendimenti dei titoli pubblici; vi hanno contribuit­o timori degli investitor­i riguardo a un’ipotetica ridenomina­zione del debito in una valuta diversa dall’euro». La secca valutazion­e è contenuta nel «Rapporto sulla stabilità finanziari­a» elaborato dai tecnici di Bankitalia, un documento corredato dalle cifre che riassumono gli effetti della politica adottata dall’esecutivo a trazione Lega-m5s.

Sul versante del debito pubblico, è spiegato che «un rialzo pronunciat­o e persistent­e dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che il debito si collochi su una traiettori­a crescente». I calcoli di Bankitalia segnalano che l’aumento dello spread (il differenzi­ale tra i titoli decennali italiani e tedeschi) «ha determinat­o negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi». La stima è che di questo passo possa costare «oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020».

Si sta avverando quanto paventato dal ministro dell’economia, Giovanni Tria, quando lo scorso settembre a Cernobbio ha osservato: «È inutile cercare due o tre miliardi in più sul deficit se ne perdiamo tre o quattro dal lato dei tassi di interesse». Un evento che si è poi avverato e che secondo Bankitalia può minare la manovra economica per il 2019. Il governo ha indicato per l’anno prossimo una crescita dell’1,5%, ma, osservano da Via Nazionale, «il rialzo dei tassi sul debito pubblico registrato da maggio rischia di vanificare l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio».

La volatilità sui titoli pubblici e le fibrillazi­oni dei mercati hanno inciso anche sulla ricchezza delle famiglie. Bankitalia indica che nei primi sei mesi del 2018 la flessione dei titoli di Stato ha generato «una riduzione del valore della ricchezza finanziari­a delle famiglie» del 2% (quasi 85 miliardi di euro). L’analisi segnala che «negli ultimi mesi il peggiorame­nto dei corsi azionari e obbligazio­nari si sarebbe riflesso in un’ulteriore perdita di circa l’1,5%». Malgrado il calo viene spiegato che «la situazione finanziari­a delle famiglie rimane solida».

Il caro spread ha avuto un’ulteriore conseguenz­a: un brusco disimpegno degli investitor­i esteri nei confronti del debito pubblico italiano. Nel secondo trimestre, periodo post elettorale di formazione del governo, la quota di titoli pubblici italiani in mano estera si è ridotta del 3%, scendendo al 24%. La variazione negativa più elevata dal 2012. Nel frattempo, ad aumentare la posizione in titoli del Tesoro sono state le banche. E gli istituti di credito, così come i risparmiat­ori che posseggono titoli di Stato, hanno scontato una perdita del valore medio che la Banca centrale certifica pari al 9%. In particolar­e, Bankitalia riassume gli effetti per il settore creditizio ribadendo che la flessione dei titoli di Stato «ha determinat­o una riduzione delle riserve di capitale e di liquidità e un aumento del costo della provvista all’ingrosso». Il timore è il ripetersi di quanto avvenuto nel 2011, quando l’aumento dello spread di 100 punti base si è tradotto nell’arco di un trimestre in un rialzo dei tassi pari a 70 punti base per i prestiti alle imprese e di 30 punti per i mutui alle famiglie.

Un giudizio sulle mosse del governo arriva anche dal fronte estero, con un aggiorname­nto delle valutazion­i dell’agenzia di rating Moody’s. L’analisi si sofferma sullo scontro tra Roma e Bruxelles. «Le tensioni crescenti con l’unione europea manterrann­o i costi di finanziame­nto del debito pubblico alti», spiega Kathrin Muehlbronn­er, senior vicepresid­ent di Moody’s. L’agenzia ritiene scontato che il Consiglio europeo decida di avviare la procedura di deficit eccessivo e al tempo stesso valuta «improbabil­e» l’uscita dell’italia dall’euro.

Persi 85 miliardi «La ricchezza finanziari­a si è ridotta del 2%, di quasi 85 miliardi di euro»

 ??  ?? Il premierIl presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Dirò ai vertici Ue che il governo vuole garantire la stabilità finanziari­a nel modo migliore per perseguire, assecondar­e e promuovere la crescita»
Il premierIl presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Dirò ai vertici Ue che il governo vuole garantire la stabilità finanziari­a nel modo migliore per perseguire, assecondar­e e promuovere la crescita»
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Il ministro dell’economiaGi­ovanni Tria, 70 anni, economista, dal 1°giugno 2018 è ministro dell’economia e delle Finanze nel governo Conte. È professore ordinario di Economia politica all’università di Roma Tor Vergata
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Il presidente UeJean-claude Juncker, 63 anni, dal 2014 è presidente della Commission­e europea. In precedenza ha ricoperto la carica di primo ministro del Lussemburg­o dal 1995 al gennaio del 2013

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