Corriere della Sera

Il caso Corleone agita Di Maio

Foto del candidato con il nipote di Provenzano, Di Maio: va espulso. Paletti di Casalino alle interviste dei ministri

- di Giuseppe Alberto Falci

ROMA Una foto ha rovinato la giornata di Luigi Di Maio. Il vicepremie­r era diretto in Sicilia a Corleone per sostenere la campagna elettorale di Maurizio Pascucci. Peccato che il candidato alla guida del Comune palermitan­o, già sciolto per mafia, si sia lasciato fotografar­e con il nipote del boss Bernardo Provenzano e l’immagine sia finita sui social. Le polemiche sono montate e in serata il vicepremie­r ha rinunciato alla visita prevista a Corleone: «Sono sicuro che la foto e la dichiarazi­one sono state fatte in buona fede ma il concetto è pericolosi­ssimo. I voti di quelli non li vogliamo e ci fanno schifo», ha detto via social chiedendo l’espulsione del candidato.

Per Di Maio «le famiglie che meritano attenzione, dialogo e vicinanza sono quelle vittime di mafia, a cui i mafiosi hanno ammazzato i parenti, il padre, il figlio, il nipote. A quelle vogliamo bene e vogliamo dare una grande mano». E se all’inizio Pascucci ha valutato il ritiro della sua candidatur­a, poi ha tirato dritto: «La scelta di fare la foto con il nipote di Provenzano era stata condivisa con il meetup e con il parlamenta­re del territorio Giuseppe Chiazzese». E ha concluso: «Vado avanti. Se lo farò con M5S? Certo, continuo con questa lista, poi gli altri prenderann­o le loro determinaz­ioni. Non voglio i voti dei mafiosi, la mia storia è sotto gli occhi di tutti, nessuno può pensare che io cerchi un compromess­o con loro».

Ma la sua determinaz­ione si scontra con le parole di Luigi Di Maio, che ha chiesto ai probiviri di avviare il procedimen­to disciplina­re per Maurizio Pascucci: «Vista la gravità, merita l’espulsione. Ci aspettavam­o scuse non arroganza. Questo non è un comportame­nto da M5S. Qualora qualcuno della lista fosse eletto, gli verrà subito ritirato il simbolo».

Le uscite pubbliche evidenteme­nte devono essere diventate un problema se è vero che ieri sera Rocco Casalino, portavoce del premier Giuseppe Conte, ha inviato un messaggio via chat ai giornalist­i chiarendo che è inutile chiedere interviste autonomame­nte a ministri e sottosegre­tari, perché tutto deve essere autorizzat­o da Palazzo Chigi.

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Su Facebook Maurizio Pascucci (a destra) candidato sindaco M5S a Corleone al bar col nipote di Provenzano

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