«Nel 2017 assumevo 15 persone al mese Ora neanche una»
«Gli imprenditori sono come le vedette sulla tolda della nave mentre tutti sono in sala ristorante a godersi la cena. Vediamo i pericoli prima degli altri. Bene: sappiate che l’iceberg si profila all’orizzonte. Dobbiamo fare presto, modificare subito la rotta».
L’italia come il Titanic? Non starà esagerando?
«Gli italiani sono bravi a recuperare in situazioni di emergenza. Ma questa volta rischiamo di farci male sul serio». All’altro capo del filo c’è Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e titolare della bresciana Omr. Ha interrotto una riunione per rispondere al telefono. «È il momento di dire le cose come stanno», taglia corto.
Per la Banca d’italia il rialzo dello spread nel 2019 ci costerà 5 miliardi.
«Certo, e questo ci preoccupa molto.
Idl
confronto con la Ue Conte dica a Junker la verità: il Pil italiano l’anno prossimo non crescerà dell’1,5%
Ma tanti pensano che non ci riguardi direttamente. Sbagliano». In che modo tocca le imprese?
«Nella mia azienda l’anno scorso assumevo al ritmo di 15 persone al mese. Sa quanti quest’anno? Zero». Che aria tira in banca per le aziende?
«A luglio le banche ci prestavano i soldi all’1%. Adesso siamo al 2-2,5%. E non ti fanno prestiti sopra i 5-6 anni di durata. La stretta del credito è nelle cose. In cassaforte le banche hanno tanti titoli di Stato. E i Btp valgono sempre meno. Quando tra poco la Bce interromperà il quantitative easing andrà anche peggio. Le famiglie devono prepararsi a pagare di più anche i mutui sulla casa».
Le famiglie non sembrano preoccupate. Di certo non se la prendono con i partiti di governo.
«Gli italiani dovrebbero andare in banca a farsi fare un bell’estratto conto. Quanto valgono i titoli di Stato che hanno da parte? Quanto hanno perso rispetto a un anno fa? Purtroppo si accorge della gravità della situazione solo chi deve smobilitare i risparmi, magari per comprare la casa al figlio». Confindustria sembra giocare due
parti in commedia. Antigovernativa a Roma, vicina alle amministrazioni regionali guidate dalla Lega al Nord.
«Noi giudichiamo i provvedimenti, non siamo pro o contro un partito. Guardiamo i fatti. La verità è che la macchina ha spento il motore, le imprese hanno smesso di investire».
Il premier Conte incontrerà il presidente della commissione Ue Juncker. Cosa gli dovrebbe dire?
«Che non abbiamo intenzione di diminuire la spesa ma i soldi non andranno in assistenza bensì per creare posti lavoro. Ripristinando gli incentivi per le imprese che investono nel digitale e poi facendo ripartire subito i cantieri. Infine gli dica la verità sul Pil. L’anno prossimo l’italia non crescerà dell’1,5%».