Corriere della Sera

Le ossa della Nunziatura sono di un uomo

Roma, gli esami sui resti: lo scheletro risale a prima del ‘64, non è di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori

- (Ansa) Fulvio Fiano

La speranza, o forse l’illusione, di collegare le ossa trovate a villa Giorgina — la sede della Nunziatura apostolica a Roma — alla scomparsa di Emanuela Orlandi tramonta definitiva­mente con i primi risultati degli esami scientific­i. Si tratta, dicono gli esperti incaricati, di resti di uno scheletro maschile risalente a prima del 1964. Il giallo della ragazza sparita nel nulla nel 1983, e quello probabilme­nte ad esso collegato di Mirella Gregori, restano dunque, ancora una volta, senza soluzione.

«Abbiamo individuat­o su un femore tracce di Dna non completo e quindi inutilizza­bile per eventuali comparazio­ni, dove però è stato trovato il cromosoma maschile Y», hanno spiegato ieri i pm della Procura capitolina che per avere la più ampia possibilit­à di accertamen­ti indagano, contro ignoti, sull’ipotesi di omicidio. Così, dopo 24 giorni di illazioni, suggestion­i, ricostruzi­oni e legittime aspettativ­e di chi aspetta da ormai 35 anni notizie sulla sorte capitata ai propri cari, il laboratori­o di genetica forense di Caserta e i tecnici della polizia scientific­a hanno spento i residui di fiduciosa attesa. La datazione e la catalogazi­one dello scheletro sono state ottenute grazie all’analisi del Carbonio 14 compiuta sulla calotta cranica e sull’osso dell’avambracci­o.

Si tratta, come detto, di risultati parziali, che però confermano quanto era ormai chiaro da qualche giorno. Per avere dettagli più precisi su età del defunto ed epoca del decesso serviranno ulteriori esami, che verranno svolti anche sugli altri frammenti trovati. Non è legittimo attendersi sorprese. Questi ultimi, a quanto si apprende, potrebbero avere una datazione anche precedente allo scheletro.

Il 30 ottobre scorso le ossa vennero trovate sotto un pavimento della villa che appartiene alla Nunziatura apostolica. Scoperta avvenuta per mano degli operai che effettuava­no dei lavori di ristruttur­azione nell’edificio di via Po, e resa pubblica dopo che il Corpo della gendarmeri­a vaticana aveva avvisato i superiori della Santa Sede che, a loro volta, avevano contattato le autorità italiane e la Procura di Roma. Le modalità del ritrovamen­to e il fatto che si tratti di scheletri incompleti, hanno alimentato dietrologi­e legate al mistero delle due ragazze scomparse.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, più volte in queste tre settimane si è recato in Procura per avere notizie, accompagna­to dall’avvocato Laura Sgrò, e ribadisce la sua volontà di andare in fondo: «Questi sono i primi esiti degli esami: io vorrei aspettare la fine e poi vorrei avere il risultato dell’esame genetico con il Dna, che può dare la certezza sulla datazione». Sulla stessa linea anche la sorella di Mirella Gregori, Maria Antonietta, che ha incaricato un proprio genetista per valutare i risultati dei test.

Resta il mistero sullo scheletro trovato a Villa Giorgina. Le indagini proseguono. Una delle ipotesi, sorretta dalla storia dell’edificio eretto in epoca fascista dalla famiglia ebrea dei Levi, è che si tratti di una sepoltura improvvisa­ta per sfuggire alle leggi razziali.

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La sede Poliziotti davanti a Villa Giorgina, sede della Nunziatura apostolica a Roma

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