I ragazzi arruolati da Youtube per combattere la legge sulla Rete
L’allarme: «Rischio chiusura». La Commissione europea: «Tutta disinformazione»
«La notizia della mia morte è fortemente esagerata». La geniale battuta con cui Mark Twain smentì la sua dipartita torna oggi utile per descrivere la notizia che circola sulla Rete: «Youtube rischia di chiudere». Magari anche Internet rischia di chiudere visto che il messaggio è accompagnato da l’hashtag #Saveyourinternet, come se fosse una balena braccata. Siamo al marketing online dell’ansia. L’arpione sarebbe la direttiva Ue sul «copyright» — meglio usare il termine diritto d’autore visto che è nato qui in Italia — che proprio in questi giorni è sul tavolo del Consiglio europeo dopo essere stata votata dall’europarlamento. Prima notizia: la Rete e soprattutto le società come Youtube e Google che vi proliferano godono di ottima salute. Non è un caso che stiamo parlando della terza società per capitalizzazione al mondo. Se proprio deve essere una balena Youtube è Moby Dick, il cetaceo bianco che Achab non riuscirà mai a catturare.
Chi ha dunque messo in giro la news «fortemente esagerata» della morte imminente? La stessa Youtube. A rivelarlo sono gli stessi youtuber che si stanno facendo portatori della missiva. Non solo in Italia. Favij (quasi 5 milioni di iscritti) lo racconta con encomiabile trasparenza da parte sua: «Youtube potrebbe chiudere e non ho per niente esagerato (...). Come sono venuto a conoscenza della legge? Ho pranzato con alcuni esponenti di Youtube i quali mi hanno chiesto di parlare di questa cosa». Il copione si ripete con altri, quasi uguale, come Willwoosh (901 mila iscritti). Altri youtuber — evidentemente meno potenti o non abbastanza da giustificare un pranzo — parlano di un’email ricevuta dalla società americana.
Per una volta alcune istituzioni europee hanno deciso di scendere sullo stesso campo, quello dei social, per porre un freno al delirio alla Mark Twain: il profilo Instagram della Commissione europea ha lanciato l’allarme per i «fan di Youtube» parlando di disinformazione.
Seconda notizia: parlare, per fortuna, funziona. Sbriser (famoso per Minecraft) racconta di un «grandissimo malinteso: è assurdo quanto la disinformazione possa causare guai (lo sappiamo, ndr)». E continua: «Non è per nulla così: questa cosa è stata fraintesa da Youtube». Ma al di là della disinformazione c’è un tema ancora più spinoso da sollevare: è corretto che Youtube si senta tranquillamente disposta a pianificare una strategia di comunicazione per difendere i propri interessi utilizzando dei minorenni? La scelta di parlare agli youtuber, più e meno noti, è chiaramente finalizzata a sollevare post e lamentele da parte dei più giovani utenti che vivono sui social. Se qualcuno voleva delle istruzioni su come si crea un’onda online prenda appunti.
La semplice ipotesi che Google possa decidere di chiudere una mucca da latte come Youtube in tutta Europa appare inverosimile. Difatti lo fanno dire agli altri. Non stiamo certo parlando di una società alle prime armi o con difficoltà nell’investire per fare quello che tutte le società
In discussione
Sul tavolo la direttiva Ue sul diritto d’autore e sulle responsabilità per i contenuti diffusi
devono fare per legge: essere responsabili.
Peraltro la legge sul diritto d’autore — che è molto più complessa ma che nella sostanza si concentra nei due famosi articoli 11, sulle piattaforme come Google News, e 13, su Youtube e dintorni — rischia sul serio di non passare. E non tanto per l’onda sui social, quanto per la nascita di un blocco di minoranza a livello europeo nel quale l’italia avrebbe un peso. Il ministro Luigi Di Maio aveva commentato a caldo il voto in Europarlamento: «La riforma del copyright è un bavaglio alla Rete». In questo caso basta che si perda tempo per vedere naufragare tutto il lavoro fatto finora visto che siamo nell’ultimo semestre della Commissione europea. Commissione nuova, vita nuova.
Le Lobby invece sono sempre vecchie. E funzionano.