Corriere della Sera

«Il male di Lele, quella mia cicatrice e il bimbo nato che somiglia al papà»

Clio Evans, moglie di Spedicato, chitarrist­a dei Negramaro: «Migliora ogni giorno»

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«Negli oltre venti giorni in cui mio marito è stato in rianimazio­ne, io accanto a lui, incinta del nostro primo figlio, ho attinto a tutte le forze della galassia e dell’universo, per restare in piedi, per tenere il bambino in pancia, per stare vicino all’uomo che amo e sono stata premiata», l’attrice Clio Evans racconta al Corriere i giorni del dolore e i giorni della gioia, il momento in cui Lele Spedicato, chitarrist­a dei Negramaro, si è accasciato privo di sensi e quello in cui il loro piccolo Ianko ha visto la luce. La vita è un attimo e, per capirlo, bisogna figurarsi la scena: una villa in Puglia, una piscina baciata dal sole, due giovani sposati da un anno, lei incinta di otto mesi. È una mattina di luce e di gioia. La vita è l’attimo in cui, di colpo, lui ha una fitta alla testa e crolla al suolo e lei ha il sangue freddo di chiamare l’ambulanza. È il 17 settembre, Lele arriva al Vito Fazzi di Lecce in codice rosso. È emorragia cerebrale, lo operano, finisce in coma farmacolog­ico. La prognosi viene sciolta il 10 ottobre. Finalmente, è fuori pericolo. Clio ha partorito il 15 novembre. La foto di Instagram, con le mani che s’intreccian­o — quelle piccole del bimbo e quelle grandi dei genitori — commuove. Lele, che è tuttora in riabilitaz­ione, era lì. «Grazie a Dio, ha potuto accoglierl­o nel mondo», dice ora lei.

Com’è Ianko? stato l’arrivo Il papà come sta? Si riprenderà del tutto? È stata lei a salvarlo. di

«È arrivato come un Bambin Gesù, una nascita nella rinascita. L’abbiamo chiamato come il mio nonno greco: Ianko è un diminutivo di Iannis, Giovanni, che è anche il nome del nonno materno di Lele. È un bimbo perfetto, dolce, silenzioso. Ne ha passate tante ed è sano come un pesce. Credo sia un guerriero come il papà».

«Posso dire solo che è in continuo migliorame­nto. Sono fiera di lui, è una forza, un eroe, e il nostro bimbo è una spinta a reagire ancora meglio».

«Sono fiduciosa. Ci conto. Lele è la persona più bella che abbia mai conosciuto. È bello in tutto, generoso, gentile... Parlare di quello che è successo mi devasta, perché il mio è amore allo stato puro».

«In questi casi, basta che uno sia da solo e lo perdi. Lele poteva essere in una camera d’hotel o io potevo essere sotto la doccia. Invece, c’ero, l’ho visto avere mal di testa e, in un attimo, perdere i sensi».

Come sono stati i giorni in ospedale?

«Pesanti. Ero sempre lì a pregare costanteme­nte con tutta la mia forza, a ripetermi che, con la preghiera e la fede, ce l’avremmo fatta. Quando si è svegliato, è stato bellissimo. Gli comunicavo i messaggi di amici e fan e lui rispondeva, sentiva l’affetto come un’ondata di energia».

Su Facebook, ha scritto che già due volte era stata messa «di fronte all’ineluttabi­lità della vita». A che si riferiva?

«Una volta risale al 2003 ed è la cicatrice che ho sulla testa».

L’ha mostrata sui social dopo che Lele si è ripreso, ha scritto «quello che non ti uccide ti fortifica», ma non ha spiegato che le è successo.

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«Ho avuto gli stessi sintomi di Lele, ma nell’arco di due settimane. Mi hanno trovato una palla di cinque centimetri nel cervello, sembrava un tumore, invece era una placca anomala. Dopo, ho sofferto di epilessia post traumatica. Quando ho visto Lele star male, se non avessi già avuto quell’esperienza, forse, sarei andata nel panico. Però, ora, è stato peggio: quando rischi di perdere chi ami, ti vacilla il terreno sotto i piedi, specie se sei incinta».

Perché ha svelato la ferita adesso?

«Volevo farlo da tempo, per far capire che i traumi ci rafforzano. E per dare speranza a chi, in certi momenti, pensa di non farcela. Però, molti mi dicevano: ispirerai solo compassion­e. Ho taciuto, forse perché era una fase di fragilità, ma ora è una fase di forza. Mi sento una tigre del Bengala. Quando Lele è stato meglio, sono andata dal parrucchie­re e mi sono rasata i capelli a metà, tipo punk».

Qual è stato il secondo incontro con «l’ineluttabi­lità della vita»?

«Diciamo che fra il 2003 e il 2006 ho passato un po’ di tempo in ospedale e che è un problema superato. Ovviamente,

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La testimonia­nza Ho mostrato i segni della mia sofferenza per dare una speranza a chi pensa di non farcela

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 ??  ?? LegamiA sinistra, Lele Spedicato, chitarrist­a dei Negramaro, e l’attrice Clio Evans. I due sono sposati da un anno. Il 17 settembre Spedicato è stato colpito da un’emorragia cerebrale: Clio era all’ottavo mese, pochi giorni fa è nato il loro primo figlio, Ianko (un particolar­e in basso a destra). In alto a destra, Clio mostra la sua cicatrice sulla testa: «Quello che non ci uccide ci fortifica», ha scritto su Instagram
LegamiA sinistra, Lele Spedicato, chitarrist­a dei Negramaro, e l’attrice Clio Evans. I due sono sposati da un anno. Il 17 settembre Spedicato è stato colpito da un’emorragia cerebrale: Clio era all’ottavo mese, pochi giorni fa è nato il loro primo figlio, Ianko (un particolar­e in basso a destra). In alto a destra, Clio mostra la sua cicatrice sulla testa: «Quello che non ci uccide ci fortifica», ha scritto su Instagram

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