Corriere della Sera

Bulgari e la boutique «che ha il respiro lungo del tempo»

- Enrica Roddolo

«Come Roma, la Città Eterna, è una stratifica­zione di epoche, palazzi, storia, così volevo che anche il negozio di Milano avesse il respiro lungo del tempo: gli anni ‘30 della prima boutique, e l’euforia del Dopoguerra nei ‘50, con le vibrazioni dei ‘70», spiega Silvia Schwarzer, architetto e senior director Interior design di Bulgari che, seguendo il modello dell’archistar Peter Marino (che ha reinventat­o l’indirizzo capitolino della maison del serpente), ha ora ripensato il negozio di Milano in via Montenapol­eone, 2. Con travertino e porfido rosso a disegnare la stella a otto punte, icona della maison fondata da Sotirio Bulgari. Il risultato? «La Venere di Botticelli rielaborat­a da Warhol del 1984 e la poltrona Proust di Mendini del ’78, Fenditura, scultura di Bruno Liberatore dei ‘70, e un tavolo di Paolo Buffa dei ‘40 creano contaminaz­ioni di tempo e spazio». Con lo Chandelier degli anni ‘60 di Gio Ponti per l’hotel Parco dei Principi a Roma che cattura l’attenzione all’ingresso. «Ci siamo innamorati del lampadario di Ponti che era finito in una villa a Teheran. Da milanese poi, ho subito pensato a Portaluppi per costruire nuove prospettiv­e». Ma è la luce la vera protagonis­ta del nuovo negozio Bulgari a Milano. Come in un museo? «Per gioielli e opere d’arte, la luce è fondamenta­le».

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