Bulgari e la boutique «che ha il respiro lungo del tempo»
«Come Roma, la Città Eterna, è una stratificazione di epoche, palazzi, storia, così volevo che anche il negozio di Milano avesse il respiro lungo del tempo: gli anni ‘30 della prima boutique, e l’euforia del Dopoguerra nei ‘50, con le vibrazioni dei ‘70», spiega Silvia Schwarzer, architetto e senior director Interior design di Bulgari che, seguendo il modello dell’archistar Peter Marino (che ha reinventato l’indirizzo capitolino della maison del serpente), ha ora ripensato il negozio di Milano in via Montenapoleone, 2. Con travertino e porfido rosso a disegnare la stella a otto punte, icona della maison fondata da Sotirio Bulgari. Il risultato? «La Venere di Botticelli rielaborata da Warhol del 1984 e la poltrona Proust di Mendini del ’78, Fenditura, scultura di Bruno Liberatore dei ‘70, e un tavolo di Paolo Buffa dei ‘40 creano contaminazioni di tempo e spazio». Con lo Chandelier degli anni ‘60 di Gio Ponti per l’hotel Parco dei Principi a Roma che cattura l’attenzione all’ingresso. «Ci siamo innamorati del lampadario di Ponti che era finito in una villa a Teheran. Da milanese poi, ho subito pensato a Portaluppi per costruire nuove prospettive». Ma è la luce la vera protagonista del nuovo negozio Bulgari a Milano. Come in un museo? «Per gioielli e opere d’arte, la luce è fondamentale».