La rivoluzione rosa I colori dei locali ispirati a Instagram
Dai negozi di Londra ai ristoranti di Milano Le foto dei social influenzano i luoghi pubblici
La rivoluzione dell’architettura rosa è iniziata ad Hackney, quartiere londinese delle start up design gastronomiche con Palm Vaults, un caffè indipendente che per primo ha proposto interni ispirati ai gusti di chi utilizza instagram per comunicare, spostarsi, comprare e mangiare. Anche se la capitale inglese resta l’ombelico di questa sorta di architettura dei like — l’ultima vetrina allestita da Gucci nello store all’interno dei magazzini Selfridges a Oxford Street dove l’allestimento richiama un video e l’elan Cafè in Park Lane in cui le penne e i piumini pastello compaiono un po’ ovunque ne sono ottimi testimoni —, adesso questa moda di arredare un locale aperto al pubblico con i colori, gli oggetti, gli stilemi che vanno per la maggiore sul social iconografico più diffuso, è sbarcata anche nel nostro paese.
Soprattutto Milano è il laboratorio di una tendenza che sfrutta la piattaforma di fotografie, video e stories sia per attrarre idee da applicare nell’arredo, sia per calamitare, nel caso dei luoghi di ristorazione o shopping, clienti. Poke House, il locale più frequentato e cliccato del momento, aperto da poco in via de Castillia sfoggia pareti rosa, alette importate da Los Angeles appese alle pareti, neon e scritte luminose, fotografie che raccontano di Malibù e corse sullo skateboard (una tavola è appesa al muro accanto al canestro luminoso della pallacanestro), tuffi nell’oceano blu.
«Abbiamo studiato molto quello che è, passatemi il termine, più instagrammabile — spiega Vittoria Zanetti, la 27enne proprietaria che ha studiato scienze politiche prima di dedicarsi alla ristorazione —, dai colori, agli oggetti, puntando soprattutto sulle scritte che potessero ricreare un’atmosfera hawaiana e californiana. Lo scopo è vendere quello che alla gente piace, inducendoli a fotografare questo posto affinché ne venga una quantità sempre maggiore e anche le ordinazioni del delivery giungano numerose. Persino il cibo proposto, penso al colore del salmone e al verde delle insalate, è collegato all’interno design».
Le luci a sfera, il colore Millennial pink sono dominanti in questa nuova instarchitettura: «Insieme agli oggetti vintage degli anni ’50’, ’60 e 70’ e agli archi — spiega la designer Marta Laudani, creatrice per Daa Italia, Driade, Fiam —, le tinte pastello, piacciono tantissimo. L’architettura non può certo chiamarsi fuori dall’influenza dei social che puntano sulle fotografie. Bisognerebbe, certo, che non ci si limitasse soltanto ad assecondare i gusti che vanno per la maggiore, ma si provasse a reinterpretare in modo più creativo questa moda incentrata molto sul piacere istantaneo. Altrimenti richiamo di imbatterci presto anche in facciate di abitazioni bordeaux o blu petrolio».