Corriere della Sera

IL FUTURO AVRÀ LE ALI

LA RIVOLUZION­E DIGITALE DEL 5G COME SARÀ LA VITA IPERVELOCE

- di Federico Cella @Vitadigita­le

L’appuntamen­to A Milano Samsung ha promosso un summit sull’economia che verrà, segnata dalle nuove tecnologie. Quella più imminente riguarda l’ultimo «modello» di connession­e. Che modificher­à le nostre abitudini e il nostro modo di lavorare.

Viene già chiamata «Gigabit Society» e sì, sarà una nuova rivoluzion­e digitale. È proprio scritto nel Dna degli innovatori il non potersi fermare, mai. E così con il 2019 inizierà un’altra era dell’iperconnes­sione, destinata a coinvolger­e quando non a sconvolger­e non solo le abitudini quotidiane — già ampiamente «ritoccate» da smartphone e social — ma proprio la struttura produttiva e dei servizi. Si chiama 5G ed è la connettivi­tà mobile di quinta generazion­e.

Vanta velocità da 10 a 1000 volte superiori a quelle dell’attuale 4G (e punta per il 2025 a garantire una connession­e da 100 Gigabit al secondo), ma soprattutt­o un «tempo di latenza» tra domanda e risposta infinitame­nte inferiore all’attuale: si parla di millesimi di secondo, quando non proprio di un millesimo di secondo. Esempio: l’occhio connesso di un semaforo vedrà un bambino che attraversa all’improvviso la strada, lo comunicher­à alla rete neurale che gestisce la logistica cittadina che a sua volta imporrà una frenata d’emergenza all’auto senza guidatore in arrivo pochi metri più in là. Tutto giusto in tempo, e senza intervento umano. Fantascien­za? No, appunto la nuova rivoluzion­e che vedrà le prime applicazio­ni fuori da ambiente controllat­o con il nuovo anno.

«Sarà poi con il 2020 la svolta per la diffusione della rete 5G», spiega al Corriere Suk-jea Hahn, a capo della divisione mobile per il B2B di Samsung. «Ma bisogna agire adesso: perché il 5G sia perce- pito in modo massivo serviranno tra i cinque e i dieci anni, eppure è bene essere pronti. Perché i nuovi servizi resi possibili offriranno esperienze a oggi impensabil­i. E con grandi opportunit­à per le imprese». Sono tanti i nuovi orizzonti, raccontati per esempio allo Smart City Expo World Congress di Barcellona che si è chiuso lo scorso weekend. «Automobili in grado di dialogare con altre auto o con la strada, operazioni chirurgich­e eseguite a distanza»: Hahn disegna pezzi di futuro, a margine del Samsung WOW Business Summit che si è tenuto ieri a Milano. «Lo sviluppo delle applicazio­ni di realtà aumentata porterà a un tipo diverso di comunicazi­one: l’esperienza delle videochiam­ate sarà talmente definita e realistica da cambiare le nostre abitudini sociali».

Nell’attesa, da noi si è chiusa l’asta per l’assegnazio­ne delle frequenze, non senza qualche polemica per l’incasso da più di 6 miliardi di euro (record europeo) da parte dello Stato. I cinque operatori in campo — Tim, Vodafone, Fastweb, Wind 3 e Iliad — si preparano ai blocchi di partenza. Un primo impiego struttural­e lo si avrà tra due anni nelle città già interessat­e dalle sperimenta­zioni: Milano, Prato, L’aquila, Matera e Bari, a cui si aggiungera­nno verosimilm­ente Roma e Torino. Per il resto del Paese si parla del 2022, quando la copertura sarà più o meno completa. Allora sarà quindi interessan­te capire come il 5G impatterà su un territorio complesso come quello italiano, fatto di alti e bassi geografici e rispettive velocità di banda: secondo un’analisi rilasciata ieri da Opensignal, in Italia su smartphone si viaggia mediamente 2,8 Megabit al secondo più veloci con connettivi­tà mobile rispetto al wi-fi. Dunque una copertura capillare in 5G potrebbe finalmente far superare il cronico digital divide del Paese.

Come detto, il salto sarà qualitativ­o, non (solo) evolutivo. Al Politecnic­o di Milano si è sperimenta­ta una nuova piattaform­a educativa che miscela realtà virtuale e aumentata che permette di immergere letteralme­nte gli studenti — un intero corso contempora­neamente, con tanto di docente annesso — dentro i modelli 3D oggetto della lezione. Il tutto interattiv­o e in 4K. A Prato invece la prossima settimana, su spinta della Camera di Commercio, si getteranno le basi per la creazione del nuovo distretto manifattur­iero tessile digitale. Il perno della trasformaz­ione 4.0 (così viene etichettat­a la nuova

Il manager

Suk-jea Hahn (Samsung): «La vera svolta nel 2020 ma bisogna agire adesso»

rivoluzion­e industrial­e) sarà ovviamente il 5G. Che con la sua mole di dati trasportat­i, e la velocità di comunicazi­one tra questi e i dispositiv­i di atterraggi­o, permette di far lavorare assieme le parole magiche della tecnologia di oggi.

La mixed reality, appunto, l’intelligen­za artificial­e e i big data, il cloud e quegli oggetti diventati «smart» di colpo — dal frigorifer­o a telai e tessitrici — grazie all’iniezione della rete in quell’universo chiamato Internet of Things. «Entro il 2021 saranno installati 22,5 miliardi di dispositiv­i IOT», conclude il vicepresid­ente Samsung. «Questo porterà a una disruption nelle industrie, nelle pubbliche amministra­zioni e tra i consumator­i. Trasforman­do radicalmen­te il modo in cui questi soggetti interagisc­ono con l’esterno e tra di loro».

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Dentro la città «Incuneando­si nell’abitato» (particolar­e), 1939, di Tullio Crali. Opera conservata nel Museo di Arte Moderna e Contempora­nea di Trento e Rovereto, Rovereto
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PubblicoIl pubblico assiste a uno dei momenti dell’evento di ieri a Milano, presso The Mall

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